Il CineOcchio –“2001: Odissea nello spazio”, come Kubrick predisse il futuro 50 anni fa: dal tablet alle videochiamate

50 anni fa il geniale Stanley Kubrick portava sul grande schermo il film di fantascienza che avrebbe rivoluzionato e segnato per sempre la storia del cinema, “2001: Odissea nello spazio”. Una pietra miliare che etichettare come semplice science fiction sarebbe riduttivo poiché abbraccia campi vastissimi, dall’esplorazione spaziale alla nascita della civiltà umana fino alla rinascita in una nuova specie, e che indaga anche sul ruolo e l’impatto della tecnologia intelligente sull’essere umano.

Ecco appunto che Kubrick, per quanto riguarda il progresso tecnologico, è stato un visionario utopista e allo stesso tempo precursore di molte realtà che oggi ci circondano e di cui non possiamo fare a meno ma che all’epoca erano pura illusione, sogni, se così si può dire, partoriti dalla fantasiosa mente di uno stravagante inventore, che sarebbero divenuti reali mezzo secolo più tardi mettendo da parte lo sbarco sulla superficie lunare avvenuto appena un anno dopo l’uscita del film. Nella pellicola infatti Kubrick anticipa i tempi e predice il futuro in poche intuizioni:

La conquista della Luna: Kubrick predice di un anno l’arrivo dell’uomo sulla Luna, soltanto che nel film esiste una vera e propria base lunare permanente ed operativa mentre per ora nessuna agenzia spaziale ha in progetto una base duratura né tantomeno un ritorno sul nostro satellite naturale.

La corsa all’esplorazione spaziale: in “2001: Odissea nello spazio” compaiono basi lunari, stazioni orbitanti nello spazio profondo e navette tecnologicamente avanzatissime: Kubrick a modo suo batté USA e URSS nella conquista dell’ignoto ed anzi, forse spronò le due potenze a far di meglio, come avvenne effettivamente a breve col lancio dell’Apollo 11 sulla Luna nel 1969 e della prima stazione spaziale russa Saylut nel 1971.

La videochiamata: nella pellicola si vede il dottor Floyd parlare tramite un videotelefono dalla base lunare con la figlioletta a casa sulla Terra e poi in seguito uno degli astronauti ricevere un videomessaggio da parte dei genitori: il geniale regista aveva praticamente inventato uno Skype ante litteram.

Il tablet: come in una normale mattinata del 21° secolo si vedono i due astronauti protagonisti, David ed il suo vice Frank, fare colazione e buttare uno sguardo al tablet appoggiato sul tavolo che passa un telegiornale.

Gli assistenti digitali/intelligenze articifiali: a bordo della navetta spaziale Discovery One oltre alla presenza umana c’è anche HAL 9000, un supercomputer in grado di interloquire e riprodurre tutte le attività della mente umana ma senza alcun margine di errore, un po’ come gli attuali Siri, l’Assistente Google o Cortana, ma questi ultimi non sono ancora ai livelli di HAL fortunatamente…

Giocare a scacchi contro un intelligenza artificiale: nel film uno degli astronauti gioca a scacchi contro HAL 9000 e viene battuto dalla macchina, nella realtà il primo computer in grado di sconfiggere un essere umano è stato Deep Thought nel 1989.

 

 

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