Il pagellone dell’Ascoli, gli allenatori: Mangia tra meriti e misteri…

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Ultima puntata del nostro pagellone 2015/16 dell’Ascoli.

Dopo aver valutato la difesa (Lanni il migliore, guarda qui), il centrocampo (Jankto meglio di tutti) e l’attacco (Cacia il re indiscusso del reparto), terminiamo la rassegna con i voti stagionali degli allenatori.

PETRONE 5: 10 punti in 11 partite. L’era Petrone in serie B è stata piuttosto negativa per i bianconeri. Il roboante successo per 4-0 in trasferta contro il Como e il super 3-1 nella magica notte del Del Duca contro il Pescara sembravano aver in poco più di una settimana fatto inserire la marcia giusta a una squadra che fino a quel momento aveva raccolto appena 4 punti in 5 gare. E invece dopo il successo contro gli abruzzesi che era valso addirittura il momentaneo sorpasso in classifica proprio ai danni dei biancazzurri, il già precario idillio Petrone-squadra-tifosi è definitivamente terminato. Sconfitta a Modena, ko interno col Crotone, poi  3-0 ad Avellino col tecnico campano che sorprese tutti schierando in campo molti di quelli che all’epoca non erano i titolari. Uno strappo insanabile, culminato con la debacle casalinga contro la Pro Vercelli. Mister Petrone sarà ricordato come il tecnico che ha riportato l’Ascoli in B al primo tentativo della gestione Bellini, ma di certo la maggioranza dei tifosi ascolani non si sarà disperata il giorno del suo esonero. Ha pagato anche il fatto che diversi giocatori (Cacia su tutti) sono entrati in condizione a distanza di qualche mese, non avendo effettuato la preparazione estiva.

MANGIA 7,5: Al posto di Petrone, sulla panchina bianconera si è poi seduto Devis Mangia. I numeri parlano per lui: 36 punti in 29 partite. Ha rinunciato al proprio credo, dicendo addio al modulo tanto amato per sceglierne uno più consono alle caratteristiche e alle qualità della rosa a disposizione. Con una squadra forse non all’altezza della serie B – a esclusione di alcuni singoli – è riuscito nell’impresa di cambiare volto alla stagione. Sempre pronto ad assumersi le proprie responsabilità in caso di sconfitta, sempre pronto a mettersi da parte e lasciare il merito ai calciatori dopo le vittorie. Anche lui ha sicuramente commesso degli errori: ha sbagliato partite sulla carta decisive, ma ha sempre rimediato con successi insperati alla vigilia. In una città con meno di 60mila abitanti, le voci circolano veloci. Sui motivi del suo addio se ne sono dette di ogni colore, ma il nostro giudizio è esclusivamente di natura tecnica. E allora sì, 7,5. Perché questa salvezza è in gran parte merito suo.

COZZI-BEGGI 6: In una stagione tribolata e travagliata, l’Ascoli non si è fatto mancare nulla. Neppure quello di far sedere in panchina il vice allenatore e il vice del vice. Cozzi era stato chiamato in causa già nel pareggio per 2-2 contro la Salernitana, vista la squalifica inflitta dal giudice sportivo a Mangia dopo il successo per 1-3 con la Ternana. Poi l’addio del mister ha sicuramente turbato l’ambiente in un momento cruciale della stagione. Cozzi e Beggi sono stati bravi però a non tirare i remi in barca, a tenere unita la squadra grazie all’aiuto dei senatori e a condurre i bianconeri alla salvezza. La sconfitta per 1-3 in casa contro il Livorno poteva essere una mazzata e ha evidenziato i loro limiti tecnici, fortunatamente però tutto si è risolto per il meglio a La Spezia. E anche loro hanno potuto fare festa. Uomini veri.

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