Il racconto del salvataggio di un uccellino caduto dal nido

“Oggi vogliamo raccontarvi una storia d’amore. 
Amiamo la nostra dolce Terra, la natura che condivide con noi gli spazi e che pazientemente ci sopporta nonostante le nostre manie di protagonismo, quasi come un fratello maggiore, già maturo ed esperto della vita, che sopporta i colpi di testa del fratello giovane adolescente. Noi, le piante, gli altri animali e tutti gli elementi naturali coesistiamo in (quasi) perfetto equilibrio e cerchiamo di fare ognuno qualcosa per far sopravvivere l’altro (noi esseri umani un po’ meno degli altri, purtroppo!). Così, i giorni 14 e 15 giugno, proprio come gli alberi ci aiutano a respirare, salvandoci la vita, abbiamo salvato due vite. 
Cominciamo dall’inizio:
Il 13 giugno sera, dal tetto del mio palazzo, cade un uccellino con appena qualche piuma accennata. Purtroppo non è la prima volta, abbiamo molti nidi sotto le tegole e spesso vengono giù le uova. L’uccellino, però, era ancora vivo. Vista la situazione, pensavamo che il piccolo non avrebbe superato la notte. Il mattino seguente, invece, lui era ancora lì che lottava per la vita. E da qui inizia l’avventura (h 11.30 circa). Provo a chiamare il veterinario che, purtroppo, non mi dà molte speranze. Non sapendo a chi rivolgermi, ho chiamato Roberto. Lui, fortunatamente, conoscendo i volontari della Sentina, mi ha detto di chiamare il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici). Il primo tentativo, purtroppo, non va a buon fine: nessuno poteva venire a prendere questo uccellino che, grazie a loro, scopro essere un Rondone (h 12.00 circa). Provo a sentire altri enti, ma purtroppo non ho fortuna nemmeno così. Prima di telefonare al CRAS, li avevo contattati tramite la loro pagina facebook. All’improvviso qualcuno mi risponde su Messenger e mi chiede informazioni (h.15.00 circa). Spiego la situazione e spiego anche che non sarei potuta andare a Fermo (sede del CRAS delle province di MC, FM, AP) a portare il Rondone al rifugio. Ho lasciato il numero di telefono e fortunatamente sono stata ricontattata (h.15.30) da una dolcissima volontaria di Grottammare che mi ha detto che sarebbe venuta a prendere l’uccellino verso le 16.30/17.00. 
Il nostro Iron-Bird è sopravvissuto quasi 24h senza la sua mamma e fuori dal nido che, normalmente, avrebbe lasciato solo quando sarebbe stato perfettamente in grado di volare, per non ritornarci più, mangiando pochissimo omogeneizzato che avevo comprato per non farlo morire di fame, scaldato con un calzino invernale e la borsa dell’acqua calda.
Non appena la volontaria lo ha preso, lo ha subito sfamato con dei grilli e mi ha tranquillizzata, spiegandomi che, vista la voracità nel mangiare, stava benissimo! Lo ha tenuto con sé e, il giorno dopo, che l’ho ricontattata, mi ha detto che stava benone e non riusciva a farlo stare fermo!
Perché ho ricontattato la volontaria? Sicuramente per chiederle del rondone, penserete. Invece, no! Il giorno dopo questa avventura, un altro uccellino cade sul mio terrazzo. Questa volta era appena uscito dall’uovo. Ricontattando la volontaria, che questa volta non poteva venire, ho avuto la possibilità di “accorciare” i tempi. La signora ha dato il mio numero ai volontari qui vicino e, nel pomeriggio, un’altra volontaria mi ha chiamata per venire a prendere questo mini-Rondone che, anche se era appena uscito dall’uovo, aveva una forza incredibile e ha resistito! 
Nonostante la burocrazia e le tempistiche lunghe, abbiamo salvato due vite. Ho deciso di condividere con voi questa mia esperienza, su consiglio di Roberto, perché spesso e volentieri abbiamo paura di non fare abbastanza e cerchiamo delle maniere per migliorare il luogo in cui ci troviamo, per “salvare il mondo”, ma siamo bloccati perché pensiamo di dover fare chissà quale impresa titanica. E invece non è così. Basta che ognuno di noi faccia del suo meglio nel suo piccolo, cercando di mettere l’amore per ciò che ci circonda al primo posto.
Articolo e avventura a cura di Elisabetta Poloni ️.
“Grazie per la tua sensibilità, per il tuo sorriso e per questo splendido esempio di cittadinanza attiva e di cosa vuol dire fare del bene , Questione Natura, questione di priorità” dice il presidente dell’associazione Questione Natura Roberto Cameli.
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