Il senatore Ceroni (FI): "No, cari Guido e Pasqualino"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Vado dove mi invitano”, taglia corto Remigio Ceroni, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia. “Il sindaco di Ascoli Guido Castelli, o chi per lui, per invitarmi alla presentazione del suo libro – prosegue il senatore – mi ha spedito un invito tramite messaggio, uno di quelli che si mandano a tutti senza sapere bene chi è il destinatario”.

“Quando qualcuno mi telefona per invitarmi ad una iniziativa, vado anche se so di trovare due-tre persone o se è in un posto sperduto. Ma il messaggino inviato a caso a tutti quelli che si ha nella rubrica, proprio no”.

A questo punto Ceroni riadatta il titolo del libro di Castelli: “No, caro Guido”.

Cosa è accaduto? La scorsa settimana nel Municipio di San Benedetto il sindaco di Ascoli ha presentato il suo libro “No, caro Matteo”. L’appuntamento è stato disertato da Ceroni, Piero Celani, i giovani azzurri, il capogruppo consiliare Valerio Pignotti e il presidente del Consiglio Bruno Gabrielli. Avevano organizzato in contemporanea “AperiNo” un incontro sul referendum a Grottammare. Ceroni, dunque, si è fermato a pochi chilometri da San Benedetto, preferendo Piero Celani, Alessio Pagliacci e gli “azzurrini” al sindaco del capoluogo.

I motivi del forfait nessuno li dice ad alta voce. A bassa voce, invece, si sussurra che tra i berlusconiani stia crescendo una frangia per contrastare la candidatura di Castelli alla elezioni politiche. Sempre a bassa voce si dice pure che gli ipotizzati anti-Castelli vogliano interferire nell’amministrazione di San Benedetto. Quando qualcuno alzerà il volume si riuscirà a percepire le reali intenzioni dei protagonisti volontari  e involontari della presunta querelle.

Ceroni, poi, si allarga sull’amminstrazione comunale.

“Ho sostenuto la candidatura a sindaco di Pasqualino Piunti fino in fondo. Ci siamo incontrati – prosegue il senatore – più volte a cena al ristorante Novecento, con i coordinatori regionali di Lega Nord, Luca Paolini, e di FdI, Carlo Ciccioli. C’erano le premesse per un buon governo basato sulla condivisione delle scelte”.

“Ma una volta eletto, Piunti ha cominciato ad agire come tutti i sindaci, andando per conto suo e facendo nomine senza coinvolgere i consiglieri. Dopo le elezioni non sono più venuto a San Benedetto perché non sono stato mai invitato, se non tramite messaggini o e mail”.

“Anche  a Piunti – ride Ceroni –  non posso che dire No, caro Pasqualino”.

 

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