Infermiere aggredito, Rossi: “Troppo alcol, ma troppe criticità nella sanità”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “I fatti recentemente denunciati di aggressione al personale del 118 e del pronto soccorso sono purtroppo abbastanza frequenti. Sono causati persone con tasso alcolemico elevato ma anche da una utenza esasperata dai tempi di attesa”. E’ quanto riferisce Benito Rossi dell’Ugl della provincia di Ascoli Piceno.

“All’infermiere aggredito – ancora Rossi – esprimiamo tutta la nostra solidarietà, ma la condizione lavorativa deve modificarsi, altrimenti eventi come quello accaduto si ripeteranno”.

Benito Rossi fa riferimento, in particolare, ad un episodio che si è verificato la notte di Ferragosto in via Carducci. Un lituano ha aggredito un infermiere del 118 che era intervenuto per soccorrerlo. L’uomo giaceva a terra probabilmente sbronzo. Quando il sanitario si è avvicinato il lituano si è alzato e lo ha malmenato, procurandogli ferite e contusioni guaribili in sette giorni. L’aggressore è stato condotto al commissariato di Pubblica sicurezza di via Crispi, dove è stato identificato e multato per ubriachezza molesta. Ma dai documenti è emerso che l’uomo è un agente della polizia lituana. Sulle generalità dello straniero sono in corso approfondimenti, perché se risultasse veritiera la sua appartenenza alle forze dell’ordine si aprirebbe un caso diplomatico.

“La situazione lavorativa deve modificarsi – tuona Rossi – attraverso una completa ristrutturazione del pronto soccorso, al fine di permettere una corretta gestione delle urgenze. Oggi la gestione dell’utenza in pronto soccorso è profondamente cambiata. Sempre più frequentemente un elevato numero di pazienti, anche molti più del consentito, staziona in osservazione temporanea, tutti nello stesso locale, in una sorta di day hospital sub intensivo.

Al triage si ha necessità di due infermieri fissi, mentre attualmente uno dei due deve lasciare la postazione per la seconda uscita in ambulanza. L’attuale concezione della gestione del paziente, che necessita di un costante e frequente supporto laboratoristico, radiologico, di consulenze intra ed extra Area vasta 5, fa sì che il paziente rimanga in pronto soccorso sino alla diagnosi o al ricovero.

Per continuare a mantenere questo livello di qualità occorre che l’organizzazione cambi e, soprattutto, occorre andare a rivedere l’assetto del personale medico ed infermieristico, facendo chiarezza sulle competenze assegnate. Non ci risulta che i medici del pronto soccorso facciano urgenze sul territorio data la presenza 24 ore su 24 del medico del 118.

La disamina sull’origine delle liste di attesa è importante, in quanto spesso causa di aggressioni verbali e fisiche. Per risolverle occorre agire sulla causa, ad esempio la mai risolta assenza del terzo medico in sala, oltre ad una diversa concezione della gestione del territorio. L’aggressione registrata rappresenta – la stoccata finale di Rossi – la punta di un iceberg che trova la massima concentrazione dei problemi nel pronto soccorso”.

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