Coldiretti Marche: “Bene ripristino fondi zootecnia per i riproduttori”
La Croce Rossa e la lotta contro la violenza sulle donne
ASCOLI – Lo scorso 25 novembre la polizia di stato e la Croce Rossa di Ascoli Piceno sono scese in campo per dire “no” alla violenza sulle donne e partecipare alla giornata mondiale contro la violenza di genere, promossa dall’Onu .
La Croce Rossa di Ascoli ha allestito presso il centro commerciale Al battente, un corner in cui sono state mostrate alcune frasi, con le quali le donne giustificano i propri uomini violenti e si giustificano. Hanno accompagnato lungo il percorso le scarpe rosse che da simbolo di femminilità diventano segno di violenza. Un simbolo immediato e potente. Il colore rosso, simboleggia la violenza che molte donne subiscono, ma allo stesso tempo è il colore dell’amore, della passione che può trasformarsi in male. Le scarpe rappresentano, il percorso che le donne, ognuna con un percorso personale, debbono fare per arrivare alla libertà dalla violenza. Le frasi nascondono – dice la presidente della croce rossa di Ascoli Piceno Cristiana Biancucci – il malessere di una problematica sempre più diffusa in Italia (si conta, circa, un femminicidio ogni tre giorni). La violenza sulle donne è una violenza che abbraccia una intera società, la famiglia in cui la donna ricopre un ruolo sociale importante, trasformandosi in emergenza sociale poiché colpisce anche i figli e le figure che sono intorno alla donna, minando la stima, la sicurezza e l’affettività, pilastri fondati della crescita e dello sviluppo della persona”.
L’evento è stato avvalorato anche dalla collaborazione preziosa con la Polizia di Stato da sempre sensibile sulla tematica, con la dirigente della squadra mobile di Ascoli Patrizia Peroni e dai suoi preziosi collaboratori Remo Cinaglia e Maura Giacomantonio . La collaborazione con la Polizia di Stato, viene da lontano con i progetti di formazione dei volontari della Croce Rossa , che è rinnovato e speranzoso segno, della necessità di lavorare in rete, ciascuno per la propria parte, ma pur sempre in modalità collaborativa . Solo così si può pensare di poter aiutare i più deboli, con una squadra forte e di sicuro vincente.
Lascia un commento