La situazione idrica pre e post sisma al centro di un incontro organizzato dal M5S


ASCOLI – Si è svolto un incontro pubblico, organizzato dal Movimento 5 Stelle Piceno, per trattare di crisi idrica.

«Dietro ogni − espone Roberto Cataldi − problema c’è sempre un’opportunità. L’uomo vive e migliora anche grazie ai problemi che deve affrontare. Questa è una delle criticità minimali del nostro territorio. C’è un progetto di legge innovativo. Il sisma è stato un problema senza precedenti, creando anche un dissesto idrogeologico rilevante. Si sta iniziando a capire che si deve sburocratizzare per ripartire. Riguardo la crisi idrica? Possiamo lamentarci o confrontarci su questo tema, non ci sono alternative.»

Peppe Giorgini: «Vogliamo far capire coi dati e coi numeri cosa è successo nel nostro territorio. La CIIP è un gioiello del Piceno, insieme al Centro Agroalimentare.»

Serafino Angelini: «Quello che è successo era imprevedibile. Quando ci si trova a fare la conta dei danni, emergono tanti altri problemi correlati. Possiamo avere certezza per quello che succede sopra e non sotto la superficie terrestre. Guardando la localizzazione tra gli epicentri del sisma e le sorgenti da cui trae l’acqua l’ex consorzio idrico vi è, pressoché, una sovrapponibilità. Nell’Italia centrale non abbiamo mai avuto grossi problemi d’acqua. E’ una situazione abbastanza nuova. L’acqua sembrava un bene inesauribile. Il nostro era un caso particolare. Basta pensare alla Puglia, hanno dei grandissimi problemi riguardo ciò, ma non è la sola Regione a dover far fronte a questa criticità. Il sisma ha causato degli effetti sulla riserva idrica degli Appennini. Perché? Le rocce che sono presenti lungo la dorsale appennica si comportano come delle “spugne”, contengono nelle proprie fratture un grande quantitativo d’acqua. Al di sotto di loro (le rocce) devono avere uno strato impermeabile che permetta all’acqua di restare in superficie e poter scorrere. Il terremoto ha cambiato questa conformazione.

Un esempio del mutamento idrogeologico è il Torbidone − un torrente che si trova nei pressi di Norcia −: prima del sisma era a secco, ora non più. Sulla piana di Castelluccio, con riferimento all’Inghiottitoio del Vergani, vi è stato un abbassamento della linea piezometrica dell’acqua a regime normale, creando problema per la captazione della stessa. Cos’è questa linea? Il risultato dell’equilibrio tra l’attrazione dell’acqua verso il centro gravitazionale terrestre e le rocce impermeabili sottostanti. La disponibilità dell’acqua è molto diminuita. Non è un processo reversibile nel breve periodo.
La CIIP, negli anni, ha cercato di arginare questo fenomeno con dei nuovi pozzi di soccorso, ma anche provando a fare delle nuove captazioni. Senza dimenticare le interconnessioni tra i vari impianti, un progetto che aiuterà a far fronte ai periodi di carenza d’acqua.

Un premio Nobel per la Chimica definì quest’epoca come “Antropocene”, ovvero era geologica comandata da quello che fa l’uomo. E’ una definizione che sta trovando sempre più consensi. In questo caso specifico: l’uomo ha una responsabilità limitata. Può essere l’occasione per tornare ad essere parsimoniosi con l’acqua. Ciascuno di noi dovrà fare la propria parte per preservarla.»

Giorgini: «Ho avuto tante querele e processi coi “faccendieri” che girano per Ascoli Piceno. Loro − i “faccendieri”, ndr − volevano La CIIP per fare entrare l’HERA nel Piceno. Con la “Cassa Depositi e Prestiti” siamo riusciti ad ottenere un finanziamento, e la CIIP è riuscita a sopravvivere. Nel Capoluogo c’è un gruppo di persone che mangia sulla cosa pubblica. Fortunatamente nel 2018 siamo andati al Governo, e siamo riusciti a far prendere dei fondi alla CIIP. Il Piceno, trattato come il profondo Sud delle Marche, è l’Alabama. L’AATO 5 è in situazione di severità idrica senza indizi di miglioramento. L’AATO 1 (Pesaro) si è fatto fare una legge speciale per il loro stato di severità idrica (media). Nel nostro territorio sono completamente scomparse tre sorgenti. Abbiamo richiesto, attraverso la mia mozione (n°170), dei fondi per sistemare le infrastrutture in Provincia. Mi attivai subito dopo il terremoto, ben consapevole che c’era stata una legge ad hoc per Pesaro. La mozione mi fu completamente bocciata, il capogruppo era Urbinati. Da lì, io ed Urbinati, abbiamo iniziato un rapporto controverso. Io non lavoro solamente per San Benedetto del Tronto, io lavoro per tutto il Piceno.»

L’esponente poi ha passato in rassegna tutta la variazione di portata attuale di Foce di Montemonaco, Capodacqua, Pescara del Tronto e Sasso Spaccato.

«Siamo alla metà − prosegue Giorgini − di quello che serve al nostro territorio. Fortunatamente abbiamo i pozzi di soccorso, altrimenti saremo in una situazione gravissima. Io sono l’unico politico che lavora per la gente, senza interessi personali. Ho avuto undici denuncie dai malfattori. Perché l’HERA ha interessi a venire nel Piceno? Prendono l’acqua dal fiume. I pesaresi bevono l’acqua dei pozzi per l’80%. Vorrei che i cittadini capissero che non abbiamo l’acqua più cara del Piceno. Sono balle! Noi in questo momento dobbiamo usare l’acqua solamente per berla. Nel campo della dispersione idrica ci sono anche i morosi, ovvero coloro che non possono pagare il servizio. L’acqua è un bene di tutti, dobbiamo star attenti a come la usiamo.»

L’incontro è proseguito con le domande rivolte dalla platea, prevalentemente dai membri del neo comitato “Le buone acque del Pescara”, ai relatori.

Si è avuto modo di chiarire perché l’acqua fuoriesce dal rubinetto con un colore giallastro. «Mancano − risponde Giorgini − le pressioni, i rubinetti tirano fuori il rame che hanno le nostre tubature. L’acqua che esce dai pozzi non è gialla. Per risolverla dovremmo cambiare i tubi di casa. Non è colpa della CIIP.»

«L’analisi chimica − completa Angelini − alla sorgente è fatta giornalmente dall’ex consorzio idrico. Lo devono fare per legge. Il problema dei materiali di sospensione è principalmente dovuto alle tubature di casa, in secondo luogo al fatto che la CIIP non riesce più ad avere la stessa pressione che aveva prima del terremoto. Se si ha un preoccupazione riguardo ciò che esce dal proprio rubinetto, si può fare un’analisi dell’acqua che arriva al proprio condominio e quella che esce dalla propria abitazione. Il costo è irrisorio.»

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