Lavoro, incontro sulla situazione socio-economica con i Disoccupati Piceni

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ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato giunto in redazione a firma Disoccupati Piceni.

“Rinnoviamo l’appello a tutti i Cittadini del Piceno per la partecipazione all’incontro, che si svolgerà lunedì 20 novembre alle ore 18.00 presso la sala della Ragione di palazzo dei Capitani ad Ascoli, un importante incontro, per affrontare la difficile situazione socio-economica presente sul nostro territorio. Ricordiamo sono state invitate, tutte le amministrazioni e varie istituzioni locali, provinciali, regionali e le parti sociali del Piceno. Durante la conferenza presenteremo le nostre richieste per affrontare questa grave crisi, ormai da troppi anni, trascurata. Richieste maturate, con il confronto con la gente, incontrate nelle piazze.

Al termine del dibattito, chiederemo la sottoscrizione del documento finale, che sarà consegnato alla commissione Lavoro della Regione. Inoltre annunciamo, che Giovedì 16 novembre, consegneremo la nostra piattaforma alla segretaria nazionale della Cgil S. Camusso, in visita ad Ascoli. Ricorderemo alla Cgil di provare a rimuovere alcuni provvedimenti che attualmente, condannano molti cittadini alla povertà. Primo fra tutto, occorre cancellare il limite dei 29 anni per le assunzioni.

Poi serve, come ci ricorda l’Unione Europea dal 1992, equiparare il lavoro precario, introdotto dal Job act, con il lavoro stabile. Il lavoratore senza occupazione deve potere vivere con dignità, con un ammortizzatore che interviene nei periodi senza lavoro, garantendo un reddito e i contributi per maturare la pensione. Sono possibili anche interventi in materia di orario di lavoro. Ripetiamo un vecchio slogan, ridurre orario di lavoro e lavorare tutti. Serve la volontà di Ripartire l’orario di lavoro, per dare la possibilità ai disoccupati di lavorare. Si potrebbe iniziare l’esperimento nelle amministrazioni e le aziende partecipate pubbliche. In questo particolare momento nel nostro territorio, un cittadino su tre non lavora. In questa difficile situazione, il lavoro, non è solo portare a casa un reddito ma significa anche dare dignità, alla persona. Infine Chiediamo interventi in materia di gestione pensionistica.

La situazione è particolarmente grave per la fascia dei cittadini over50, generalmente coincidente con i padri e madri di famiglia. Con i limiti di assunzioni a 29 anni, e le agevolazioni economiche per assumere i giovani, ci chiediamo se ha senso spendere denaro per riqualificare cittadini che hanno più di 55 anni, oggi difficilmente ricollocabili. Si potrebbe garantire, a questa fascia di cittadini disoccupati, lavori socialmente utili. Oppure: Concedere ai disoccupati ultracinquantenni, che hanno già versato almeno 30 anni di contributi presso l’Inps, la possibilità di andare in pensione, senza aspettare i fatidici 43 anni contributivi, oggi difficilmente raggiungibili con la precarietà del lavoro. Garantire un minimo e un massimo di versamenti contributivi, per richiedere la pensione. Ricordiamo, la legge Dini che dal 1995 ha introdotto il metodo di calcolo retributivo per il determinazione della pensione. Raggiunti, ad esempio i trent’anni di versamento contributivo, si può decidere di andare in pensione, senza limite di età. In pratica, si calcola la somma totale dei contributi versati, e si divide per gli anni della cosiddetta “aspettativa di vita”. Ad esempio se io ho 50 anni e la mia “aspettativa di vita” è 80 anni, mi rimangono da vivere 30 anni. Avendo, versato all’Inps 300 mila euro di contributi per la pensione, se si divide questa somma, per 30 che sono gli anni di vita rimasti. La somma ottenuta sarà uguale 10.000 euro l’anno. Sarebbe questa la somma da percepire ogni anno. Chiediamo, la possibilità di andare in pensione, prima dei 43 anni di versamenti contributivi, oppure di anticipare annualmente parte dei propri contributi, per vivere con dignità.

In conclusione, segretario S. Camusso, ci rivolgiamo alla sua disponibilità, di ascoltarci e di chiedere al Governo: Le aziende che ricevono risorse Statali, devono essere “ancorate” al territorio, i macchinari acquistati con i fondi Statali, che paghiamo con le nostre tasse, non possono essere venduti all’estero. Come già da anni si fa in diverse nazioni, nei consigli d’amministrazioni delle società che ricevono risorse a fondo perduto, per garantire l’uso corretto delle risorse e partecipi alle decisioni, devono sedere i rappresentanti dei lavoratori dell’azienda e del territorio. Le aziende “devono essere motore di ricchezza” e si deve evitare la delocalizzazione.
Ricordiamo una nostra delegazione sarà presente il martedì e venerdì al mercato di San Benedetto del Tronto, e giovedì e venerdì pomeriggio in Ascoli in Piazza Arringo. Invitiamo le persone a partecipare, e prendere parte in maniera attiva, “perché lamentarsi solo, non serve a niente”. Il tempo delle lamentele è finito, serve partecipare e dare il proprio contributo.

Aderisci e dai una mano con la tua presenza al Gruppo “ Disoccupati Piceni ”, inviando un messaggio al numero WhatsApp 334 7555 410. Chi vuole seguirci siamo anche su facebook, basta cliccare “Disoccupati Piceni”, ed essere informati sulle prossime iniziative“.

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