I gravi problemi dei centri sportivi chiusi per la pandemia: “Non sappiamo ancora quando e se potremo ripartire”

ASCOLI – Tra le prime attività ad aver chiuso i battenti a causa della critica situazione sanitaria causata dal Covid ci sono i centri sportivi. Niente più partite di calcetto con gli amici e altri sport di contatto che hanno peggiorato i problemi di chi con queste attività ci vive. La situazione è ancora molto preoccupante.

«Non riusciamo più a fare quasi niente. Il calcetto non si può fare, il tennis si, ma solo all’aperto, fatta eccezione per i tesserati Fit. Anche il pattinaggio si è ridotto tanto perché le attività sono consentite solo a chi fa attività professionistica. E’ una vera e propria tragedia sia a livello economico ma anche generale per questo virus che ci sta martoriando » spiega Francesco Castelli del centro sportivo “Pennile di Sotto”  «Dei piccoli aiuti li abbiamo avuti durante il precedente lockdown, con una compensazione di quello che abbiamo perso e speriamo anche che possano arrivare. Credo che la situazione non migliorerà presto, penso che si potrà ripartire nella prossima estate» spiega «L’ultima volta abbiamo ripreso verso maggio e penso che stavolta, se l’andamento è questo, le cose peggioreranno. Il tennis singolo e in doppio si può fare solo all’aperto, mentre i tesserati si possono allenare anche al chiuso, così come gli enti di promozione sportiva, ma si tratta di pochissime persone. Sto inventando un torneo per i tesserati e se riesco a portarlo avanti lo farò a dicembre, sempre nel rispetto delle regole» ci dice.

«Purtroppo l’unica entrata che avevamo erano gli affitti del campo da calcetto e da calciotto, quindi la situazione è questa. La nostra A.s.d. che gestisce la struttura, ha ricevuto indennizzi dalla Fgci , ma adesso non sappiamo come andranno le cose» aggiunge Giuseppe Cimica dell’Asd Porta Romana, che gestisce il centro sportivo “Tasselli” in Viale Treviri «Continuiamo ad avere le spese vive e abbiamo anche investito per fare dei lavori ma adesso è ancora tutto fermo.  Speriamo che a primavera si possa ripartire, purtroppo non prima. Gli allenamenti sono tutti distanziati» spiega.  «Speriamo che quest’anno il canone comunale di affitto ci possa essere risparmiato».

 

Molta rassegnazione anche al Centro sportivo “Tofare”. «Abbiamo speso  molti soldi per la sanificazione degli spogliatoi acquistato nuove mattonelle e ionizzatori per i locali, creato percorsi alternativi. Pensavamo di poter rimanere aperti ma abbiamo riaperto per ultimi a fine giugno, pagando tutti gli arretrati e le spese rimaste indietro. Abbiamo ripagato queste spese e poi ci hanno chiuso di nuovo senza aver messo niente da parte» spiega Giuseppe Fratini, «Abbiamo fatto due mezzi campionati con le nostre squadre, visto che sono terminati prima. Abbiamo speso anche 4mila euro per le iscrizioni e 2 mila per i certificati medici dei nostri giocatori e altre spese ancora. Tutto questo per cosa? Per non fare nulla»dice Fratini.

«Il campo di padel era previsto per gennaio-febbraio ma ci sono stati alcuni intoppi a causa di alcuni lavori da fare. Ci siamo fermati e abbiamo speso altri soldi per spostare la terra da quella zona e dopo il Covid abbiamo ricominciato i lavori. Ci sono ritardi nella struttura perchè arriva da fuori zona. Il padel ci è costato altri 70mila euro ma questo è uno sport individuale e ci può permettere di mantenere in vita il centro» dice Giuseppe Fratini.

«Ci avevano detto che se ci fossimo adeguati potevamo restare aperti. Da noi non c’è stato nemmeno un caso di Covid. Tutti sanno che non sono i centri sportivi e le palestre ma la scuola e i trasporti le cause principali di questa situazione» prosegue  «Noi non ci siamo mai messo un soldo in tasca, tutto quello che abbiamo guadagnato è stato speso lì. Abbiamo rifatto un campo di calcetto e la nuova illuminazione. Avevamo un fondo che avevamo messo da parte e se non avessimo avuto quelli, avevamo già chiuso. Il Comune, però, non intende prolungare la gestione della struttura e ci aspettavamo, per una società unica come la nostra che ha realizzato un centro sportivo a proprie spese, che un danno come il Covid poteva essere almeno sostenuto. Gli unici che ci hanno aiutato sono stati i nostri utenti, altrimenti avremmo già chiuso» conclude.

 

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