L’editoriale: Ascoli Calcio, cosa ci riportiamo dalla trasferta in Toscana?

ASCOLI – La partita di ieri accentua ancora di più la divisione tra i tifosi che pongono il loro sguardo o sul risultato o sulla prestazione. Il calcio, di fatto, corre sempre su questi due binari paralleli.Il calcio vive di episodi. Quando questi si ripetono occorre sempre usare il giusto peso nel valutarli.La partita di ieri ha mostrato una squadra coraggiosa. Abbiamo provato a giocare e sostenere o inalberarsi sul concetto che “si soffre troppo” non tiene conto di una serie B livellata verso l’alto.

Questo concetto è stato ripreso e ribadito anche da Binda nell’intervista che abbiamo fatto questa settimana.
Credo che Zanetti “conosca i suoi polli” molto meglio di noi. Per come siamo stati costruiti, per il parco attaccanti che abbiamo, per le caratteristiche del gioco espresse e volute, non siamo una squadra in grado di fare barricate. Ad oggi, forse, col massimo dell’onestà intellettuale possibile, ci si aspettava un maggior contributo dai terzini. Questi, più dei centrali stessi, sembrano non supportare adeguatamente la squadra sia in fase di possesso che in fase di non possesso. Resta una peculiarità ancora non espressa. Vedremo se il mercato invernale gioverà al fine di porvi rimedio.

Quella di ieri è stata una partita “strana” soprattutto per un aspetto: finora l’Ascoli era partito in maniera soft nella prima frazione, l’Empoli, in maniera opposta, faceva ottimi primi tempi per, poi, sciogliersi nella seconda parte di gara. Lo sloveno Balkovec si è rivelato davvero un cliente scomodo per Padoin. Da lui e dai suoi cross sono arrivate tante, troppe palle utili per i giocatori di Muzzi.

Resta, però, una nota da fare. Ieri la scena se l’è presa Brignoli. Con le sue parate decisive ha permesso ai toscani di portare a casa i tre punti. Le occasioni, alla fine, si sono verificate in egual misura.Siamo una squadra condannata ad attaccare e che non riesce a sostituire determinati giocatori – perchè nella rosa non c’è un altro Da Cruz – e che fatica a metabolizzare cambiamenti di assetti.Questa mentalità che si sta vedendo ci fa’ respirare, però, una clima di grande squadra. Una rosa che prova a portare la gara sui binari a loro più favorevoli è una squadra che proverà a togliersi soddisfazioni.
E’ importante, però, agire da squadra. Cercare sempre di aiutarsi in fase di non possesso e farsi trovare pronti nella fase di riconquista della stessa. E’ importante toglierci quell’annebbiamento che, talvolta, ci porta a forzare la giocata individuale. Così riusciremo a salire di livello e diventare cinici. Perchè, banalmente, vince chi la butta dentro e non le prende. Al di là di tutto, i numeri sono sempre l’ultimo giudice della bontà di un progetto.

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