L’editoriale: Ascoli, recuperare la lucidità

ASCOLI – Quella che sembra aprirsi è l’ennesima sosta dove si mastica amaro per il popolo bianconero. Si attendeva una prestazione diversa a Crotone, dopo la querelle sul calcio di rigore tra Da Cruz e Ninkovic. Se la meritavano in primis i 29 tifosi scesi in Calabria.In una contingenza del genere, credo, serva, innanzitutto, della lucidità.La maggior parte dei tifosi si pone, direttamente o indirettamente, la stessa domanda: “Qual è il “VERO” Picchio?” E’ quello dei 12 punti in 5 gare o quello dei 5 punti in 7 incontri? Credo che la vera ed unica risposta sia: “LO STESSO”.

Non si diventa squadra dopo la chiusura di un mercato.Non si diventa società, rodata e svezzata, col mero passare del tempo.

Facciamo un passo indietro.
Questa estate, a torto o ragione, si è scelto di puntare su un profilo giovane ed emergente.Nelle ragioni, alla base di tale decisione, reputo, ci fosse anche calcolata una “tara” circa la sua giovane età. Ciò che occorre adesso è una maggiore vicinanza della stessa società al proprio allenatore. Non dimentichiamo che i nostri “malanni” sono iniziati dopo Cremona.

Si sono palesati con l’emergere di pressioni ed aspettative, talvolta immotivate, che hanno trovato, poi, un ulteriore sviluppo in una serie di situazioni che hanno ben poco a che fare col “campo”.Zanetti ha palesato più volte una insofferenza nel doverci aver a che fare. Questi siparietti gli hanno tolto energie nervose e lucidità.

A piccoli passi, stavamo provando a costruire una identità di squadra, aiutati dai risultati.Nel novero delle obiezioni mosse al tecnico, spesso, emerge proprio questo particolare della mancanza di identità, sin dalle prime uscite, in luogo al privilegiare le giocate individuali…Reputo, altresì, tale obiezione una tappa accettabile rispetto ad una rosa che ha cambiato tanti interpreti nel cuore del centrocampo e nello staff tecnico.All’inizio, in special modo, si era scelto di privilegiare l’attacco alla profondità – sfruttando la novità che eravamo – per rendere letale la nostra freccia olandese…

Ciò che ci si sta aprendo davanti è un ennesimo percorso di crescita di tutte le componenti sociali.Percorso che deve portare tutti a far quadrato tra di loro ed iniziare a rispondere, ciascuno secondo le proprie competenze, delle proprie responsabilità.Qualora uno dei passaggi dovesse ingolfarsi, assisteremo, sicuramente, all’ennesimo progetto tecnico tradito.

Stefano Bernardi

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