L’importanza del fattore C: è l’impresa che può valere una stagione

Una vittoria che può valere un’intera stagione.

Il successo per 2-1 di ieri pomeriggio al Del Duca contro il Cagliari ha il sapore di vera e propria impresa. Contro la squadra più forte del campionato, già con un piede e mezzo in serie A visto il rassicurante divario dalla terza in classifica.

LA VITTORIA DI TUTTI – L’Ascoli ha messo in campo tutto quello che deve dare una squadra in lotta per la salvezza: cattiveria, foga agonistica, cuore, voglia di arrivare sempre primi sul pallone. Solo così si può avere la meglio di un avversario più forte e più quotato. Ancora una volta mister Mangia ha indovinato tutte le mosse, dando fiducia all’undici titolare che aveva conquistato i tre punti contro il Perugia. E la squadra ha risposto alla grande. Lanni è in assoluto nella top three dei portieri più forti della Lega B, la coppia centrale Canini-Mitrea si è ripresa dopo un periodo di appannamento. Cinaglia a destra ha dimostrato di poter dire la sua, Dimarco dall’altra parte è un pendolino infaticabile e ha un futuro radioso dinanzi a sé. Il 4-5-1 sembra davvero il modulo giusto per questa squadra. Addae in mezzo al campo è un giocatore completamente diverso dall’epoca petroniana: più pulito con la palla al piede, sempre più ordinato giornata dopo giornata nonostante la tecnica non sia in assoluto il suo punto di forza. E’ un muro lì in mezzo, con Bianchi e Carpani a mettere cuore, corsa e grinta al fianco del ghanese. L’ex Leeds è parso troppo irruento in occasione del calcio di rigore che gli è costata l’espulsione, ma a centrocampo il ds Marroccu ha portato un calciatore di assoluto valore. Carpani – l’ascolanissimo – sta rispondendo sul terreno di gioco alle critiche di coloro che non lo ritenevano un giocatore da B: infaticabile, costantemente in lotta su ogni pallone, il ragazzo dà sempre se stesso per raggiungere la salvezza da ‘padrone di casa’. Per Jankto non servono più parole: il talentino ceco spiccherà il volo verso altri lidi e –statene certi – di lui si sentirà parlare ad altissimi livelli. Poi il baby Orsolini: terza gara da titolare, terza prestazione più che sufficiente. Giocare contro un difensore come Murru (con oltre 40 presenze in A) non è facile per nessuno, figurarsi per un ragazzo che fino all’altro ieri era ancora in Primavera.

FATTORE C – Ultimo, ma non ultimo (of course), Daniele Cacia. Undicesimo gol in stagione, settimo nelle ultime 7 gare. Dopo un avvio di stagione in sordina, il popolo bianconero sta finalmente assistendo alle celebri giocate del secondo marcatore in attività della storia della B. Da vero bomber il gol dell’1-0, da cineteca il raddoppio in pallonetto. Al Del Duca è stata standing ovation. Ma il fattore C è anche quello della Curva Sud. Nonostante la pioggia, oltre 6000 tifosi bianconeri hanno incitato la squadra fino al triplice fischio. Il tifo dei supporters del Picchio è sempre stato fondamentale nel corso della stagione, giocare davanti a un pubblico così è un’arma che poche squadre in B possono permettersi. Poi ci sono gli altri due fattori C. Cuore e… Fortuna. Ieri pomeriggio la squadra ha davvero gettato il cuore oltre l’ostacolo. Se è vero che il Cagliari non sta vivendo il miglior periodo della propria annata, portare a casa la vittoria nonostante l’inferiorità numerica per quasi un tempo contro una rosa di tale livello è una vera e propria impresa. “La mente mette i limiti, il cuore li spezza”, recitava uno striscione esposto dalla Sud nell’ultima sfortunata stagione in B. Quella gara terminò 3-2 per il Modena, stavolta il Picchio ha centrato un successo fondamentale in ottica salvezza. Per una volta poi l’Ascoli è stato anche fortunato. Se i due miracoli di Lanni e i salvataggi sulla linea di Cacia e Cinaglia sono merito dei singoli, i due clamorosi legni colpiti da Salamon e Farias tra 91’ e 94’ gridano vendetta in casa Cagliari. Ma va bene così, perché di episodi favorevoli quest’anno l’Ascoli ne ha avuti davvero pochi. La ruota della fortuna – almeno ieri – ha sorriso ai bianconeri.

GUAI A RILASSARSI – Dalle stelle alle stalle, poi dalle stalle alle stelle. Il misero punticino conquistato nel trittico di gare ‘abbordabili’ contro Avellino, Pro Vercelli e Vicenza aveva fatto sprofondare il Picchio a sole due lunghezze di distanza dai playout e gettato nello sconforto alcuni tifosi. Poi la doppia sfida sulla carta proibitiva con Perugia e Cagliari ha visto l’Ascoli fare l’en plein. In altre parole: vade retro tabelle salvezza, i punti si possono fare (e si possono perdere) con tutti. Classifica alla mano, i bianconeri sono ora a quota 42. A +7 sulla zona retrocessione diretta, a +4 sui playout. Ma con ben 8 squadre invischiate nella lotta. L’Ascoli dovrà mettersene dietro cinque per brindare alla salvezza. Il cammino dei bianconeri non è dei più semplici, alcune rivali avranno più scontri diretti da giocare da qui al termine del torneo. Ma si sa: se una squadra vince la sfida salvezza, per ovvie ragioni il diretto avversario non conquista punti e resta fermo in classifica. Per questo motivo, con una bagarre così accesa (e il Lanciano che probabilmente verrà ancor più risucchiato vista l’imminente penalizzazione) il Picchio ha tutte le carte in regola per mantenere la categoria. L’impresa contro il Cagliari deve essere meritatamente festeggiata, ma guai a rilassarsi. Ci sono ancora 7 finali da giocare.

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