Macerie Agraria, denuncia penale contro Provincia e ispettori. L’avvocato Ceneri ad Ancona

macerie del sisma all'agraria

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una partita tutt’altro che chiusa quella del centro di lavorazione delle macerie del sima di via Val Tiberina (leggi QUI). Dopo lo stop all’arrivo dei camion carichi di detriti presso la Dimensione Scavi, l’avvocato Gabriella Ceneri (nel riquadro della foto con Jimmy Ghione di Striscia la Notizia. Leggi il servizio QUI) è stato incaricato dalla ditta di verificare se ci sono gli estremi per presentare una denuncia penale. Il legale sambenedettese questa mattina ha proceduto con l’accesso agli atti presso gli uffici della Regione Marche. Risultato? “Secondo i documenti da me visionati – spiega la Ceneri – ci sono gli estremi per querelare il dirigente del servizio tutela ambienta della Provincia, Luigina Amurri, che ha firmato il ritiro dell’autorizzazione, e gli ispettori che hanno relazionato sullo stato del centro di recupero degli inerti di via Val Tiberina”.
La Ceneri riferisce che la società PicenAmbiente ha firmato la convenzione per la lavorazione dei rifiuti del terremoto con la ditta Lupi Vincenzo Srl, anche questa dislocata in via Val Tiberina. La Dimensione Scavi nei giorni scorsi aveva scritto al Consiglio comunale chiedendo di verificare se le autorizzazioni sono in regola.
Ma veniamo agli ulteriori sviluppi della vicenda. L’avvocato Ceneri nella mattinata odierna ha prelevato a Palazzo Raffaello della Regione gli atti del fascicolo aperto dopo le segnalazioni inviate alla Regione dalla Provincia e da altri enti, a seguito degli esposti fatti da Peppino Giorgini del M5S e dal Comitato Tutela e Salute Zona Agraria. Le attenzioni del legale della Dimensione Scavi si sono concentrate sulla determina firmata il 6 febbraio dalla dirigente della Provincia, Antonella Amurri, con la quale è stato intimato alla ditta di via Val Tiberina di interrompere l’accettazione dei rifiuti in ingresso. In pratica l’azienda potrà solo terminare la lavorazione delle macerie in giacenza. Poi stop all’attività.
La Ceneri spiega quali, a suo modo di vedere, sono le incongruenze nelle azioni che hanno portato alla determina di sospensione dell’autorizzazione. “La dirigente della Provincia riferisce – le parole dell’avvocato – che l’amministratore Cristina Perotti ha impedito l’ingresso agli ispettori che il 29 gennaio dovevano fare il sopralluogo all’impianto, ma poi sono  allegate fotografie dell’interno del centro scattate lo stesso giorno. Il sopralluogo era iniziato, ma poi sospeso quando la Perotti ha chiesto la presenza del suo avvocato. Siccome ero impegnata in una udienza, ho detto al telefono all’ispettore Cataldi che ero disponibile alle 16 del 29. Volevo illustrare la memoria difensiva inviata il 5 gennaio alla Provincia e mostrare altri documenti a discolpa del mio assistito. Ma non ho avuto più contatti e poi ho visto nel fascicolo le foto dell’interno. Allora sono entrati, non è vero che sono stati respinti. Dunque, la determina del dirigente si è basata in particolare sulla relazione. Poi c’è una mescolanza di foto della Dimensione Scavi di Porto d’Ascoli (dove si lavorano le macerie) con la Dimensione Ambiente (commercializza gli inerti lavorati) di Centobuchi. E’ vero che l’amministratore è la stessa figura, la signora Perotti,  ma non si possono mescolare le due situazioni. Nella lettera della Murri alla Regione viene caratterizzato come rifiuto il materiale così detto ‘end of waste’ che in realtà è già stato lavorato, quindi non più rifiuto”.
L’annunciata querela contro la Provincia, e gli autori della relazione del sopralluogo alla Dimensione Scavi, poggerà in parte su quanto riferito dalla Ceneri. Situazioni definite dalla stessa “incongruenze, irregolarità”. Insomma il caso “macerie Agraria” avrà un seguito.

 

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