Macerie sisma, Dimensione Scavi denuncia anomalie e va al Tar e in Procura

macerie del sisma all'agraria

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una nuova puntata del serial sulle macerie del terremoto. Ma la querelle si allarga oltre il quartiere Agraria: la Dimensione Scavi mette sotto accusa la Provincia di Ascoli Piceno per avere rilasciato l’autorizzazione per il trattamento delle macerie del terremoto ad un’impresa che esercita distante dall’Agraria. Permessi sui quali ha svolto approfondimenti l’avvocato Gabriella Ceneri (nel riquadro della foto con Jimmy Ghione di Striscia la Notizia). Nella mattinata di mercoledì 21 febbraio il legale ha presentato ricorso urgentissimo al Tar delle Marche, con richiesta di sospensiva dell’efficacia della determina con cui la Provincia ha ritirato l’autorizzazione alla Dimensione Scavi, e ha aggiunto nuovi documenti all’esposto presentato qualche settimana fa alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno.
L’avvocato Ceneri ci ha voluto raccontare la sua versione dei fatti. “Sono ormai due settimane che la Dimensione Scavi – dice il legale sambenedettese – è stata fermata dagli Uffici Ambiente della Provincia con una determina di sospensione che ha sollevato parecchie perplessità, per essere un atto d’imperio illegittimo ed inopportuno”. Il legale riferisce di non avere avuto riscontro delle memorie difensive depositate presso l’Ente, anche in relazione alla diffida che ha dato avvio al procedimento. “Si attende ancora la risposta sull’istanza di annullamento in autotutela e quindi l’azienda, previo avvertimento fatto alla Dirigente della richiesta del risarcimento dei danni, si è vista costretta a rivolgersi al Tar in sede di tutela urgentissima ante causam, dando mandato al sottoscritto avvocato Gabriella Ceneri e all’avvocato Paolo Lori del foro di Ascoli Piceno, i quali hanno depositato oggi il ricorso per chiedere l’immediata sospensione della determina impugnata”.
L’avvocato Ceneri già nel novembre 2017 aveva richiesto alla Provincia l’accesso agli atti di un’azienda operante nel medesimo settore del trattamento dei rifiuti, che era stata autorizzata  dall’Ufficio Ambiente della Provincia di Ascoli Piceno e la cui ripresa dell’attività aveva destato perplessità (a detta del legale) sui passaggi istruttori.
“Si tratta di azienda – chiarise la Ceneri – che opera nella provincia di Ascoli Piceno, alla quale era stata imposta nel mese di giugno 2017 la sospensione delle attività a seguito di gravi irregolarità nella gestione dei rifiuti e dell’impianto, rilevate a seguito di sopralluoghi ed ispezioni. La stessa veniva successivamente autorizzata, con determina pubblicata sull’albo pretorio online, dai medesimi Uffici della Provincia nel novembre 2017 a riprendere la sua operatività, senza che fosse citato nel documento istruttorio il passaggio di acquisizione del parere Arpam e, soprattutto, senza essere passata per la più lunga e problematica procedura della Valutazione di Impatto Ambientale, necessaria nel caso di specie alla luce delle opere strutturali che avrebbero dovuto essere eseguite per ovviare ai gravi problemi rilevati”.
Insite l’avvocato sambenedettese: “La Dimensione Scavi, per poter esaminare l’istruttoria svolta dagli Uffici, aveva richiesto alla Dirigente, tramite la sottoscritta, l’accesso alla pratica con lo strumento dell’accesso civico generalizzato, previsto per i documenti amministrativi non sottoposti a pubblicazione. La Dirigente lo aveva negato, a seguito dell’opposizione della ditta interessata, la quale si preoccupava della tutela dei suoi interessi aziendali. Tale aspetto non era sufficiente a negare l’accesso, in quanto la legge prevede che possa essere concesso sui documenti della pratica, anche solo parzialmente. E siccome l’accesso civico è uno strumento dato ai cittadini a garanzia della trasparenza amministrativa, nell’ambito della normativa anticorruzione, esso doveva essere dato sui passaggi amministrativi, per lo meno per consentire la verifica della correttezza e dell’imparzialità dell’operato degli Uffici Provinciali. Avendo appreso che la medesima azienda aveva poi presentato ai competenti Uffici Regionali la domanda per ottenere l’ampliamento dei quantitativi di stoccaggio temporaneo dei rifiuti e di trattamento, secondo l’autorizzazione della quale attualmente, nel territorio provinciale, dispone solo la Dimensione Scavi, ci si rivolgeva agli Uffici della Regione per poter accedere agli atti di questa pratica”.
Ancora la Ceneri: “La Regione lo concedeva con decreto del Dirigente della B. F. qualità dell’aria, bonifiche, fonti energetiche e rifiuti n. 23 del 19 febbraio 2018, (pubblico in quanto presente sul Bur) e pertanto la Dimensione Scavi poteva leggere gli atti dell’istruttoria svolta per la pratica. Veniva così a conoscenza che gli Uffici regionali richiedevano il parere all’Arpam di Ascoli Piceno, ente che si esprimeva negativamente, ribadendo medesimo parere negativo già espresso direttamente alla Provincia nel mese di ottobre 2017 in occasione dell’istruttoria, condotta dalla Dirigente nella pratica a lei assegnata”. Secondo la Ceneri la Provincia non avrebbe tenuto nel dovuto conto i pareri.
“Delle manifeste incongruenze di tale procedura è stata messa al corrente la Procura della Repubblica, per gli aspetti di sua competenza, con la consegna di tutta la documentazione estratta a seguito dell’accesso civico, interessante anche per alcuni aspetti di collegamento con la sospensione della Dimensione Scavi”.
L’avvocato cita poi un’altra azienda “più volte denunciata per violazioni, irregolarità e reati ambientali” a cui il Suap di San Benedetto ha rilasciato l’autorizzazione a svolgere l’attività di messa in riserva e trattamento di rifiuti, con il parere favorevole dell’Ufficio Ambiente della Provincia. Per la Ceneri sarebbero stati usati due pesi e due misure.
“Sono questi i comportamenti della Provincia – conclude la Ceneri – che sono stati sottoposti al vaglio della Procura”.

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