Maledetta burocrazia, molti edifici si potevamo salvare

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Molte abitazioni ed edifici che erano resistiti alle scosse del 24 agosto e del 26 ottobre potevano essere salvate. Per l’ennesima volta in questo Paese la burocrazia è stata deleteria. Il primo a denunciare il fatto è stato il sindaco di Amandola.

“Alcuni edifici storici di Amandola potevano essere salvati dal terremoto del 26 e del 30 ottobre se dopo quello del 24 agosto la Sovrintendenza ci avesse dato l’autorizzazione a puntellarli. Ma la burocrazia è troppo lenta, il sisma è stato piu” veloce”. E’ la denuncia del sindaco di Amandola, piccola cittadina marchigiana in provincia di Fermo, Adolfo Marinangeli.

“Avevamo chiesto il permesso, ma non è venuto nessuno e nel frattempo sono crollati – dice al telefono con l’Ansa -. Sono passati due mesi, il sistema è troppo farraginoso. Ora guardo la mia citta” da lontano e vedo gli edifici caduti che potevano essere ancora in piedi. Ora c’è la vela campanaria che sta crollando davanti all’ospedale (inagibile ed evacuato, ndr): per metterla a posto ho dovuto chiamare cinque Enti, dopo 20 giorni non si sono ancora messi d’accordo su quando venire. Siamo avvinghiati alla Sovrintendenza per quelli storici, mentre per gli altri ho potuto fare un’ordinanza. Cosa devo fare?”. Il sindaco di Amandola denuncia anche la latitanza della Protezione civile: “Stiamo facendo tutto da soli, non si è visto ancora nessuno”.

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