Minestroni in scatola per gli indigenti gettati tra i rifiuti. Pagati dall’Ue

barattoli di legumi tra i rifiuti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una brutta scena tra i cassonetti dell’immondizia: una ventina di barattoli di minestroni vegetali a lunga conservazione, intatti e non scaduti, gettati a terra come spazzatura. I barattoli erano in un bustone di plastica resistente abbandonati tra i cassonetti nei pressi dell’asilo nido di via Foglia, nel quartiere Ragnola di Porto d’Ascoli. Questi alimenti sono finanziati dal progetto Fead dell’Unione europea: soldi pubblici in discarica. Chi li avrà abbandonati? A fare la scoperta è stato l’operatore ecologico della Società PicenAmbiente Domenico Castellucci che ha raccolto le confezioni con l’intenzione di darle a qualcuno che ne ha bisogno.
“Nel giro di un mese – racconta Castellucci – è la seconda volta che trovo vicino ai cassonetti, sempre a poche decine di metri dall’asilo di via Foglia, i barattoli di minestroni a lunga conservazione. Non ho idea di chi li abbia buttati, ma non trovo giusto che alimenti non scaduti vengano gettati come se fossero rifiuti. Tra l’altro questo materiale va ad aumentare il peso dell’immondizia che deve essere conferita in discarica, con un maggiore costo per la collettività. Li darò a qualcuno che ha bisogno”.
Come si può notare dalle foto, sui barattoli c’è scritto: “Aiuto Ue Fead – prodotto non commerciabile”. Sempre dalle foto si evince che nei contenitori sono conservati minestroni vegetali a base di fagioli, piselli, patate, rape, carote, cavolfiore, sedano, cipolle conditi con olio di oliva. Qualche confezione scade il 28 febbraio 2018, ma le altre addirittura a marzo 2020.

Per capire che cos’è e come funziona il progetto Fead abbiamo visitato il sito http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=1089, gestito dalla direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione della Commissione europea. C’è scritto: “Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Il Fondo sostiene gli interventi promossi dai paesi dell’UE per fornire agli indigenti un’assistenza materiale, tra cui generi alimentari, abiti e altri articoli essenziali per uso personale, come scarpe, sapone e shampoo. L’assistenza deve andare di pari passo con misure d’integrazione sociale, come iniziative di orientamento e sostegno per aiutare le persone a uscire dalla povertà. Le autorità nazionali possono sostenere anche l’assistenza non materiale agli indigenti per aiutarli a inserirsi meglio nella società.
Come funziona il FEAD? La Commissione approva i programmi nazionali per il periodo 2014-2020, sulla cui base le autorità nazionali adottano le singole decisioni che portano all’erogazione dell’assistenza mediante organizzazioni partner (spesso non governative). Un approccio analogo è già in uso per i fondi di coesione. I paesi dell’UE possono scegliere il tipo di assistenza (generi alimentari o assistenza materiale di base, oppure una combinazione di entrambi) che desiderano prestare, a seconda della propria situazione, e come ottenere e distribuire gli articoli. Le autorità nazionali possono sia acquistare direttamente il cibo e i beni e fornirli alle organizzazioni partner, oppure finanziare le organizzazioni affinché provvedano agli acquisti. In quest’ultimo caso, le organizzazioni partner possono distribuire direttamente il cibo e i beni, oppure chiedere aiuto ad altre organizzazioni.
Come vengono selezionate le organizzazioni partner? Le organizzazioni partner sono enti pubblici oppure organizzazioni non governative selezionate dalle autorità nazionali sulla base di criteri oggettivi e trasparenti definiti a livello nazionale.
A quanto ammontano i finanziamenti disponibili? In termini reali, per il periodo 2014-2020 sono stati stanziati per il FEAD oltre 3,8 miliardi di euro. Inoltre, i paesi dell’UE sono tenuti a contribuire al rispettivo programma nella misura di almeno il 15% mediante cofinanziamenti nazionali.
In che misura il FEAD integra il Fondo sociale europeo (FSE)? Il sostegno del FEAD aiuta le persone a compiere i primi passi per uscire dalla povertà e dall’emarginazione. Aiuta gli indigenti rispondendo ai loro bisogni primari, una condizione essenziale perché possano riuscire ad ottenere un lavoro o seguire un corso di formazione come quelli sostenuti dal FSE”.

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