Montegallo, apre “Sibillini Renaissance”, la prima attività in paese dopo il sisma


BALZO DI MONTEGALLO – Un profondo amore per la propria terra e le origini paterne. Un legame antico e mai dissolto tra il paese e lui, Gianluca Rossi. Apre nel cuore del paese, in un anno tutt’altro che da ricordare, “SIBILLINI RENAISSANCE”.

Gianluca, torniamo indietro, parlaci di te

«Ho sempre sognato di mettermi in proprio. Ho fatto di tutto nella vita, ad iniziare dalla mansione di cameriere all’albergo “Vettore”. L’idea è partita da lontano: nel 2017 ho aperto la Partita Iva, ma solo nel 2020 ho iniziato una ricerca effettiva di ditte in grado di poter sviluppare ciò che avevo in mente. Quando è arrivata la campionatura, poi, è arrivata la serrata nazionale.  Giunta tale comunicazione da parte del Governo, sia io che i miei, siamo tornati a qui, tra le montagne».

Cosa vendi?

«La mia protagonista principale è la lavanda. Da lei ottengo tutta una serie di prodotti cosmetici per la cura del corpo. Visto il momento, ho inserito anche dei gel disinfettanti. Ma non solo questo: anche lo zafferano riveste un ruolo importante nel mio paniere di prodotti. In ultimo, mi sono concentrato sul recupero di un antico legume, originario dei Sibillini: il fagiolo “Monachello”. Scomparso ormai per la sua scarsa produttività, tornato in auge per le sue incredibili qualità organolettiche».

Come vendi o proponi i tuoi prodotti? Come districarsi in un contesto come quello di Balzo – la popolazione nel Comune si attesta a circa cento unità -?

«Molto del mio flusso di acquisti è fatto online. Ho realizzato da solo un sito in grado potermi far lavorare – ho ancora alcuni dettagli da sistemare, sarà il focus delle mie vacanze natalizie -. In questo momento le ordinazioni sono buone, stando sotto Natale. Aspetto di arrivare alla Primavera per avere un riscontro ed un apprezzamento generale. Oltre a questo canale? Ricevo ordinazioni da parenti ed amici o chi si trova a transitare davanti al mio negozio. Averlo riaperto a Balzo, ed essere la prima attività ad averlo fatto dopo il sisma, vuole essere un segnale di speranza e di ripartenza. La possibilità che questo paese, in forte desertificazione, possa trovare ancora una luce accesa tra le sue vie».

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