Monumento degradato a Porto d'Ascoli, "Brutto spettacolo, voglio fare io la manutenzione"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Quando mi trovo a Porto d’Ascoli evito di passare in piazza Setti Carraro per non vedere l’opera ridotta in quelle condizioni”.

Dopo l’articolo sul monumento degradato pubblicato in esclusiva su San Benedetto News, siamo stati contattati in redazione da Marisa Korzeniecki autrice dell’opera“Palermo 21:15”, di cui ci siamo appunto occupati nell’articolo. L’artista ha realizzato il progetto   insieme all’architetto Andrea Mancini (i due sono insieme nella foto di copertina, scattata il 6 giugno 2015, poco prima dell’inaugurazione di “Palermo 21:15”).

La Korzeniecki ci ha raccontato di avere donato al Comune l’opera, ma si aspettava un minimo di manutenzione. I primi problemi si evidenziarono poco dopo l’inaugurazione, quando lo zampillo d’acqua della fontana si interruppe. Stiamo parlando del periodo della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Giovanni Gaspari. Poi arriviamo al giugno 2016 e la giunta cambia colore con il sindaco Pasqualino Piunti.

“Ho ottenuto un appuntamento con il vice sindaco Andrea Assenti – spiega l’artista – il quale ha capito il problema ma nel concreto non ha provveduto. Allora gli ho chiesto di concedere a me e all’architetto Mancini l’autorizzazione per intervenire a nostre spese e restituire il decoro al monumento. Ma ancora non abbiamo avuto risposte”.

Per realizzare l’opera sono stati utilizzati travertino, corten, acciaio laccato. E’ collocata sull’aiuola della rotatoria di piazza Setti Carraro, la piazza dell’ufficio postale e della scuola Cappella.

Oltre alla fontana con lo zampillo rotto, e l’acqua putrida, versa in cattive condizioni il corten, materiale con cui è stata realizzata la punta che  rappresenta la prua della nave

L’artista spiega il significato del monumento: “La vista d’insieme allude ad una barca. Barca come guscio che traghetta, in un luogo ameno la vittima innocente della mafia Emanuela Setti Carraro, moglie del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

L’albero, esistente nel luogo (una maestosa magnolia), entra a far parte dell’opera e assume il doppio significato di albero naturale, espressione di forza e vitalità, e albero maestro esempio di vita. La contaminazione tra i materiali è voluta a significare l’apertura alla conoscenza, alla tolleranza di qualsiasi genere. Un progetto al quale ha collaborato la scuola Cappella”.

Korzeniecki è autrice di un’opera su un masso di “Scultura Viva, al molo sud.

 

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