Niente scuse, prestazione da dimenticare. E adesso ultimi 90’ di fuoco

Sarebbe stato fin troppo ‘facile’ e bello conquistare la salvezza ieri pomeriggio.

In casa. Davanti a un muro bianconero. Spedendo il Livorno in Lega Pro.

E invece niente festa. L’incoraggiamento alla Corte del Sole di venerdì sera. La scooterata per accompagnare la squadra allo stadio. Lo spettacolo sugli spalti tra sciarpe e maglie bianconere. Tutto questo non è servito a nulla.

L’Ascoli è sceso in campo senza mordente, con un atteggiamento troppo remissivo in una partita in cui – al contrario – gli avversari avrebbero dovuto vedere il fuoco negli occhi dei bianconeri. E non si dia la colpa all’arbitro. Il fischietto ha certamente commesso degli errori, ma puntare il dito solo su di lui significherebbe non voler vedere gli evidenti limiti tecnici della squadra. L’espulsione di Giorgi è sacrosanta: giallo per fallo di mano (fiscale sì,  ma punito come da regolamento), poi altro giallo per un’ingenuità inammissibile per un calciatore della sua esperienza. Anzi, il direttore di gara è stato fin troppo clemente col capitano bianconero: la doppia ammonizione sarebbe potuta arrivare anche prima per due sciocchezze del numero 17. Nessuno vuole incolpare Giorgi, sia chiaro. Il capitano – ascolano doc – avrà ‘sentito’ la partita tanto quanto i tifosi bianconeri presenti sugli spalti. E forse sarà stato proprio questa foga, questa voglia di raggiungere l’obiettivo a giocargli un brutto scherzo. Proteste per il rosso a Perez? Inutili. In una partita così importante, giocata sul filo di lana, bisogna tenere i nervi ben saldi. Non serve poi sbraitare e gridare di tutto e di più in faccia all’arbitro, le gare si vincono facendo gol e non lasciando la squadra in 9.

Bisogna capire che le partite terminano al triplice fischio. Perché in una giornata stortissima, col Livorno avanti 1-2, se l’Ascoli non avesse perso la testa ieri si sarebbe comunque potuto festeggiare la salvezza. Le sconfitte di Salernitana e Modena e il clamoroso pareggio al 95’ della Ternana in quel di Lanciano avrebbero significato matematica permanenza in B anche in caso di 2-2 acciuffato allo scadere. E invece il Picchio ha mollato, senza scusanti. Inutile poi appigliarsi a torti della terna o criticare l’arbitro se è la squadra stessa a non credere nell’impresa fino alla fineIeri i tifosi si sono sentiti traditi.

In un pomeriggio da dimenticare comunque, ci si può leggermente consolare a guardare i risultati delle avversarie. I ko di Salernitana e Modena significano che – mal che vada – per l’Ascoli saranno playout. Aritmeticamente scongiurato l’incubo retrocessione diretta. Ora bisogna guardare alla difficilissima trasferta di La Spezia. Con un punto il Picchio sarebbe salvo senza doversi affidare ai risultati delle altre squadre. Qualora i bianconeri dovessero invece perdere contro i liguri, in piena corsa playoff, bisognerebbe allora restare con i telefonini collegati sugli altri campi. C’è Livorno-Lanciano e Pescara-Latina. Se il Livorno vince o strappa almeno un pari l’Ascoli è salvoSi farebbe festa anche in caso di successo del Pescara contro il LatinaAltrimenti saranno playout.

E’ vero, guardare alle avversarie è sbagliato. Ma dopo questo disastroso finale di stagione (a esclusione della vittoria a Terni) ci si deve aggrappare a tutto.

Non importa come, bisogna riuscire a conquistare questa salvezza.

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