Non c’è danno erariale, la Corte dei conti assolve Gaspari e De Berardinis

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Per il complesso delle esposte considerazioni l’appello va respinto in quanto infondato e va confermata la assoluzione degli appellati pronunciata in primo grado”, la Corte dei conti di Roma, con sentenza numero 564 del 6 settembre 2017, ha assolto in appello l’ex sindaco Giovanni Gaspari e il dirigente Roberto De Berardinis dall’accusa di danno erariale. Dunque, scagionati in primo e secondo grado.

Si tratta del così detto caso Xilo. La Corte di Ancona contestò ai due un risarcimento di 19mila e 200 euro (Iva inclusa) al Comune per danno erariale. I giudici accusarono il sindaco e il dirigente di avere affidato un incarico copia carbone di un altro per la ristrutturazione dei settori comunali e di avere cagionato, entrambi, un danno erariale all’ente per 19mila e 200 euro complessivi. Furono assolti con formula piena il 13 agosto 2012, ma poi il Pm impugnò la sentenza presso la Corte dei conti di Roma.

I fatti risalgono al primo mandato di Gaspari. Il 14 maggio 2007 De Berardinis conferiva l’incarico per ristrutturare il settore Lavori pubblici alla Daedala Spa di Pesaro per un importo di 19mila e 200 euro Iva inclusa. Il 5 giugno De Berardinis sottoscriveva un atto con l’amministratore delegato della Società Servizi Co Gruppo Srl di Bologna, Giovanni Xilo, per 50mila e 400 euro Iva inclusa. La consulenza prevedeva un intervento di analisi, definizione e gestione di un progetto operativo finalizzato all’assistenza dell’ente nella riorganizzazione della struttura comunale. Il 7 giugno l’incarico veniva ufficializzato con una determina.

Su questi due incarichi la Procura avviò l’indagine, culminata il 22 dicembre 2011 con la citazione a giudizio. I giudici contestavano ai due di avere affidato consulenze parzialmente identiche, motivo che prefigurava il danno erariale quantificato nel compenso alla Deadala Spa. I togati della Corte dei conti di Ancona ravvisarono che gli incarichi non fossero sovrapponibili e priva di fondamento la duplicazione della spesa. Per cui non ci fu danno erariale. Ma il Pm non condivise l’assoluzione piena e presentò ricorso alla Corte di Roma. L’udienza si è svolta l’8 novembre 2016 ed è stata pubblicata il 6 settembre scorso.

La Corte di appello “liquida le spese di difesa, nell’interesse dei sunnominati, in 2mila ciascuno – si legge nella sentenza – per il secondo grado di giudizio. Nulla per le spese processuali”. Insomma, le spese sono  carico della Procura.

Gaspari è stato difeso dall’avvocato Andrea Galvani, De Berardinis da Sergio Gabrielli.

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

Installati i cancelli al pontino lungo. Piunti: "Incontro il quartiere per gli orari di chiusura"

Articolo Successivo

Alba Adriatica, arrestato 50enne: aveva cocaina negli slip