Pagamenti elettronici, Calabresi (Confcommercio): «Buon incentivo, ma parziale»


SAN BENEDETTO DEL TRONTO − Sicuramente è una delle manovre annunciate che più di tutte sta dividendo la platea nazionale. Anche nel Piceno l’eco di queste novità, filtrate dalle parole del premier Conte, ha portato tanti a dibatterne, anche sui social. Dopo aver spiegato (a grandi linee) questo incentivo, riportiamo l’intervista a Fausto Calabresi della Confocommercio.

Il piano cashless nazionale

Non è un segreto che il Governo stia mettendo al centro del proprio dibattito l’utilizzo dei pagamenti elettronici. Una mossa fatta con l’augurio che il cittadino medio possa arrivare a pagare anche un caffè con la propria carta, magari anche per i tanti che vedono nella banconota un possibile vettore del virus. Quali sono le prime informazioni reperite? Vi sarà un premio di 3 mila euro ciascuno per le prime 100 mila persone che nell’arco di 6 mesi, dal primo dicembre 2020 (quando dovrebbe prendere il via il piano) fino a fine maggio 2021, avranno effettuato il maggior numero di transazioni con carte e altri strumenti di pagamento. Ma è previsto anche un cashback, ovvero la restituzione del 10% delle spese fatte. Il limite, distribuito con rate semestrali, sarà di tre mila euro; ma dovranno esser effettuate almeno cinquanta transazioni nei sei mesi. Stiamo parlando della prima bozza, potrebbe, quindi, esser modificata nei parametri − non nell’ossatura e lo scopo − in base alle adesioni. Consigliamo un reperimento di informazioni più dettagliate tramite le testate nazionali specializzate. La bozza ora riportata è tratteggiata nella sua vocazione, ma non nella sua completezza.

Fausto Calabresi, Confcommercio

«Sicuramente è un manovra che andrà a stimolare la domanda, ma resta parziale. Di fatto considera solamente il lato del consumatore. Ogni transazione può variare, dalla cifra alla commissione. Il discorso dei circuiti di pagamento non è secondario, ve ne sono alcuni che hanno delle percentuali sensibili. Naturalmente questo discorso tiene dentro anche la tipologia di vendita. Mi spiego meglio.
Pensiamo ad un acquisto online ed un acquisto effettuato in negozio. Ciascuno dei due ha delle peculiarità diverse. Sicuramente quello online è maggiormente tracciato e “sicuro”, ma l’acquisto in negozio, spesso, tiene conto di un rapporto fiduciario che l’online non ha. Io potrei anche far credito ad una persona che conosco bene e nella quale nutro fiducia. Naturalmente stiamo parlando di una bozza, e questa cosa è sempre bene chiarirla, ma avrei voluto che avesse tenuto conto anche delle difficoltà che gli imprenditori hanno nell’utilizzo del pagamento elettronico.»

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