Piano casa, varianti, ecomostri: la minoranza torna a dire “no” al cemento

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Piano casa, varianti urbanistiche, ecomostri. La minoranza sta lavorando ad una mozione per dire ancora “no” alla cementificazione della città.

Piano casa. «Dovremmo cercare di limitare le possibilità offerte dal Piano Casa – dice l’ex Sel Giorgio Mancini – di costruire senza criterio, tramutando strutture ricettive in palazzine. Magari si tratta di alberghi che necessitano di un adeguamento, e invece si preferisce diminuire la nostra offerta turistica». Il Verde si riferisce a strutture come l’Hotel Persico e l’Hotel Archimede, abbattute per far posto a palazzine. Appartamenti che diventeranno, per gran parte, seconde case.

Varianti urbanistiche. «Le modifiche al piano regolatore – continua Mancini – sono il perfetto ritratto di un comune che, senza altre voci di entrata, è costretto a dare licenze ai privati per poterne incassare gli oneri di urbanizzazione. Se Areamare intende costruire ostelli e discoteche al posto di palazzine e villette, ritiri la variante e presenti un progetto adatto. Altrimenti è tutta scena per fare pressing sull’amministrazione comunale».

Ecomostri. «Pensiamo a quello di Via Calatafimi, oppure quello di Piazza Kolbe – osserva Flavia Mandrelli, consigliera di Articolo Uno – dobbiamo tenere presente che la nostra città è anche piena di cemento senza scopo. Edifici abbandonati, strutture mai portate a termine. Non possiamo lasciare la città nell’incuria. Penso che questi anni di amministrazione Piunti abbiano un minimo comune denominatore, e cioè il permesso indiscriminato a costruire. Dobbiamo dire basta. Vogliamo una città aperta e fruibile. San Benedetto non può ridursi ad una colata di cemento. La politica dia una risposta adeguata a questi problemi».

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