Più 25% i richiedenti asilo nelle Marche. Cgil: "Regione rifiuta confronto"

Sono 5.000 i richiedenti asilo nelle Marche. Di questi 4.300 sono ospitati nei Cas (centri di accoglienza straordinari) mentre gli altri 700 rientrano nel sistema Sprar (servizio protezione richiedenti asilo). Rispetto allo stesso periodo del 2015 c’è stato un aumento dei
richiedenti asilo di circa il 25%. In linea con il trend nazionale.   Un quadro che secondo la Cgil non è “emergenziale” e che, dunque, non rende necessario il ripristino dei Cie (Centri per l’identificazione e l’espulsione).

“Il decreto legislativo 142 del 2015 ha individuato nel sistema Sprar il modello di accoglienza da sviluppare ma nel 2016, rispetto al 2015, la quota di richiedenti asilo ospitati nei centri Sprar è diminuita: passando dal 16% del 2015 all’11% del 2016 – spiega Giuseppe Santarelli responsabile delle politiche per l’immigrazione nella segreteria regionale della Cgil -. Questo significa che
l’immigrazione nelle Marche non riesce ad uscire dalla logica emergenziale”.

Il sindacato lancia un appello alla giunta regionale affinchébassuma “il coordinamento di questo tema che è politico e non dibordine pubblico per costruire un punto di raccordo tra gli enti locali e le associazioni perche’ il tema dei rifugiati ci interesserà di qui ai prossimi anni”.

Uscire dalla logica emergenziale, secondo la Cgil, consentirebbe anche una migliore gestione degli appalti per l’affidamento dei servizi di accoglienza. “La logica emergenziale, alimentata dagli appalti prefettizi, talora sfugge alle regole e ai controlli – conclude Santarelli -. Non sempre i capitolati degli appalti vengono rispettati e chi ne fa le spese sono gli immigrati stessi ma anche le centinaia di lavoratori del terzo settore talvolta assunti in modo non regolare.  Occorre continuare ad accogliere ma chiedendo il rispetto di regole chiare e la piena legalità”.

Più di un anno e mezzo fa è stato inviato un documento alla Regione per avviare un confronto sul tema. “Ma – conclude amaro Santarelli – ancora si attende una risposta”.

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