Piunti si allontana da Castelli, pensando alle elezioni politiche

Castelli e Piunti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Gelo tra Pasqualino Piunti e Guido Castelli. Il sindaco di San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno non si sono parlati alla convention di Fiuggi. L’idillio politico tra i numeri uno delle principali città del territorio, in realtà, è finito da qualche tempo. Da quando s’è incominciata a respirare aria di elezioni nazionali. Possono influire sui rapporti tra i due? A rigor di logica la risposta è no. Perché? Per il fatto che Castelli ha manifestato disinteresse alla candidatura alle politiche della primavera 2018. E Piunti ha dichiarato che vuole restare alla guida della Riviera fino al termine del mandato, ossia il 2021.

Però, si dà il caso che negli ambienti politici del Piceno si facciano altri ragionamenti. Quali? Castelli e Piunti sarebbero entrambi interessati alla candidatura da quando Silvio Berlusconi ha detto che punta sui sindaci. Per Castelli la nomination arriverebbe ad una anno dalla fine mandato. Ma dovrebbe dimettersi sette mesi prima della data del voto. Se si votasse a giugno 2018, decadrebbe a dicembre 2017.

La questione si farebbe più seria per Piunti che decadrebbe neppure dopo due anni di mandato. Secondo rumors del centrodestra rivierasco il sindaco di San Benedetto spera nella modifica della legge sulla incandidabilità e ineleggibilità (al momento non è in discussione a Roma). Se venisse modificata dal Parlamento, in caso di candidatura alle politiche non decadrebbe, ma una volta eletto dovrebbe scegliere se continuare a fare il primo cittadino, e rinunciare al ruolo di deputato, oppure andare a Roma e dimettersi da sindaco. Qualora non venisse eletto rimarrebbe al suo posto.

Ma c’è il terzo incomodo, ovvero il consigliere della Regione Marche Piero Celani, anche lui con i numeri buoni per aspirare ad una candidatura alle politiche.

Per ora non rimane che attendere l’evolversi del dibattimento sulla legge elettorale, senza poi dimenticare che c’è il partito di Forza Italia a cui spetta l’ultima parola sulle nomination. Intanto Piunti è sempre più lontano da Castelli e non mostra segni di avvicinamento a Celani. Tutt’altro, dunque, che un sindaco subalterno ad Ascoli, come sostiene il Pd.

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