Ponte crollato in A14: sequestrati i telefonini di alcuni indagati

Nell’inchiesta sul crollo del ponte 167 dell’A14 – che il 9 marzo scorso costò la vita a due coniugi di Spinetoli Emidio Diomede e Antonella Viviani – il pm di Ancona Irene Bilotta ha fatto sequestrare i telefonini, sarebbero 4-5, di alcuni degli indagati. Emerge dall’atto irripetibile disposto dal pm per verificare contenuti e condivisioni degli smartphone dopo la tragedia: chiamate, foto o video scambiati, messaggi. Gli avvisi in vista del conferimento dell’incarico, che avverrà il 6 giugno, sono stati recapitati ai 41 indagati, 37 persone fisiche e 4 giuridiche (Aspi-Autostrade per l’Italia, Pavimental, Delabech e Spea engeneering).

L’accertamento per conto della Procura, che avrà valore di prova in giudizio, sarà eseguito dall’analista forense Luca Russo. Nell’ambito dell’indagine, in cui si contestano reati che vanno dal disastro colposo alla cooperazione colposa in omicidio colposo per la morte dei due coniugi, la Procura aveva già affidato un’integrazione di consulenza tecnica per accertare le cause del crollo: l’accertamento irripetibile affidato agli ingegneri Luigino Dezi e Michele Pierri, inizialmente fissato per il 29 maggio, è slittato però al 13 giugno per problemi di notifiche. Sulle cause della tragedia, la Procura sembra avere le idee chiare. Nel mirino degli inquirenti non vi sarebbero solo le manovre esecutive per la sopraelevazione del ponte effettuate con dei martinetti, ma tutta la fase a monte: dalla progettazione alle disposizioni date a chi dove eseguire le opere. Verifiche verranno svolte anche sullo stato di conservazione del cavalcavia oggetto dei lavori eseguiti ad autostrada aperta.

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