“Se il privato non guadagna, i soldi li sborsa il Comune”, pronti gli esposti al project Piscina

comitato stop project piscina

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “I consiglieri che voteranno la delibera del project financing della Piscina comunale Gregori andranno incontro a ripercussioni legali. Se approveranno gli emendamenti della minoranza si metteranno al riparo dai rischi e metteranno al riparo i soldi pubblici”. Il Comitato Stop Project Piscina Comunale ammonisce con severità la maggioranza e i consiglieri che sabato 23 dicembre saranno chiamati a votare la delibera di Consiglio sul project della Piscina. Il grosso delle “anomalie” è condensato del Piano economico finanziario  che presta il fianco a ricorsi al Tar, alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti.
L’avvocato Ermanno Consorti s’infervora nello stilare l’elenco degli allegati alla delibera di Consiglio. “Il problema grosso – sbotta Consorti – non è la delibera in sé, ma la convenzione con il privato. La convenzione riguarda la gestione dei servizi: ai sensi dell’articolo 42 comma 2 lettera E del Tuel è competenza esclusiva del Consiglio comunale, invece è stata approvata dalla giunta. Dentro alla delibera dell’esecutivo c’è la convenzione proposa dai privati, che regolerà il rapporto tra il Comune e l’aggiudicatario per 30 anni. E’ impensabile che gli emendamenti possano essere ritenuti non ammissibili, perché in Consiglio non viene portata la convenzione: invece la convenzione c’è, essendo richiamta dalla delibera. Come specifica il Tuel, l’affidamento di attività o servizi mediante convenzione deve passare in Consiglio”.
I punti scottanti, oggetto degli emendamenti, sono riportati all’articolo 10.2 del Riequilibrio economico finanziario. L’articolo 10 si apre con una puntualizzazione: “Il concessionario avrà diritto al riequilibrio nel caso in cui si verifichi una lesione dell’equilibrio economico finanziario determinata da un evento destabilizzante e non favorevole”. Gli eventi non favorevoli sono descritti ai punti D, E ed F. Il punto D: “Importo dei ricavi commerciali derivanti dall’erogazione  dei servizi prestati nell’ambito del centro sportivo: 3% rispetto al totale su base annua, come risultante dal Pef”. La spiegazione del punto D da parte di Consorti: “Siccome nel Pef sono previsti introiti per un milione e 31mila euro, il 3% sono 30mila e 940 euro. Se i ricavi andranno sotto al milione di euro, il Comune dovrà intervenire per andare in pareggio. Questo per i ricavi”.
Il punto E: “Costi di gestione 3% su base annua rispetto al totale come risultante dal Pef”. La spiegazione del punto E da parte dell’avvocato Consorti: “L’importo dei ricavi commerciali viene stimato al 3% su base annua. Cioè, se dovessero aumentare oltre il 3% le utenze o il costo del personale, le maggiorazioni sarebbero a carico del Comune”.
Il punto F: “Costi riconducibili agli oneri finanziari: 2% su base annua rispetto al totale come risultante dal Pef”‘. La spiegazione del punto F da parte dell’avvocato Consorti: “Questa norma dice che se i costi bancari vanno oltre il 2% deve pagare il Comune. Insomma, qualunque variazione del tasso di sconto ricade sull’amministrazione. Ma si sta andando verso un periodo dove i tassi non potranno essere più bassi del 2%”.
La stoccata finale: “Normalmente i piani finanziari vengono fatti validare dalle banche, di norma tre. Qui lo attesta la società Arcadia 888. Per l’esame del piano economico la società si è basata su dati e documenti presentati dall’Ati, ma non sono stati sottoposti a verifica di congruità”.
(Foto della conferenza stampa tenuta presso la Cogese da Ermanno Consorti, Claudia Tirante, Fabio Eleuteri e Luciana Barlocci esponenti del Comitato Stop Project Piscina Comunale)

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