Sisma, D'Ercole: "C'è una grave precarietà, ma la voglia di rinascere non si arrende"

Una Pasqua difficile, dall’aria pesante, ma percorsa anche da barlumi di speranza, quella che si e’ celebrata nelle regioni del centro Italia colpite dal sisma.

Le scosse che dal 24 agosto continuano a far tremare le popolazioni, le tengono in uno stato di grave precarieta’, ma la voglia di rinascere non si arrende. Ne sono testimoni gli uomini di Chiesa, fin dall’inizio sempre vicini a vittime e famiglie. “La situazione attuale dopo alcuni mesi dal terremoto continua ad essere molto precaria”, dice alla Radio Vaticana il vescovo di Ascoli Piceno mons. Giovanni D’Ercole, che proprio prima di Pasqua ha potuto riaprire il duomo di Sant’Emidio, mentre ieri ha celebrato nella chiesa di San Cristoforo una messa con i terremotati, come ha fatto anche giovedi’ scorso con quelli ospitati negli alberghi della costa marchigiana. “Credo che il bisogno piu’ grande che la gente ha in questo momento sia quello di speranza, di prospettive, perche’ il tempo passa e forse le promesse fanno fatica a diventare realta’. Di conseguenza guardano al futuro con una certa diffidenza e paura”. “Hanno bisogno di qualche certezza, che qualcuno sia accanto a loro – aggiunge -. Le istituzioni sono state presenti, non me la sento assolutamente di dire che sono mancate, anzi, hanno fatto il possibile, ma credo che l’intervento da porre in atto sia stato tanto vasto che non si arriva a tutto”.

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