Sottocommissione sanità, Baiocchi e Falco: «Dubbi non fugati»

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il comitato rendiconta l’avvenuta riunione della sottocommissione sanità. Lamentano di non aver avuto modo di sciogliere i dubbi principali. L’assenza di Milani, sostituito dalle dottoresse Nespeca e Piergallini, ha circoscritto la discussione sugli ambiti di competenza delle stesse. È stato oggetto del dibattito anche la struttura presente ad Offida.

Questa ricostruzione fatta e firmata da Rosaria Falco e Nicola Baiocchi.

Nel corso della sottocommissione sanità, creata a specifica tutela del Madonna del Soccorso, la dottoressa Nespeca, direttore di Distretto, presente in sostituzione del direttore Milani, ci ha parlato di sanità territoriale provinciale e di assistenza domiciliare, premettendo di non essere in grado, con riguardo alla propria competenza, di rispondere relativamente ai nostri interrogativi sui posti letto mancanti nel nostro ospedale. Ci siamo dunque trovati a dialogare su argomenti, pur rilevantissimi, fuori dall’oggetto della sottocommissione, pomposamente dedicata al Madonna del Soccorso, ed esorbitanti dalla competenza del Consiglio comunale di San Benedetto del Tronto, con interlocutori di sicura competenza nei propri ambiti operativi, quali la dottoressa Nespeca e la dottoressa Pellegrini, che lavora in Direzione sanitaria come Dirigente medico e dovrebbe conoscere la dotazione dei posti letto.

La Nespeca ha contestato la proposta del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” di creare un Ospedale di Comunità (O.d.C. come è scritto nei documenti) a Pagliare, preservando i due nosocomi esistenti. La dottoressa in sua difesa ha asserito che l’Ospedale di Comunità esisterebbe già e sarebbe ad Offida. In un colpo solo costei ha commesso tre errori.

L’analisi del Comitato sulla struttura di Offida

Innanzitutto ad Offida non esiste nessun O.d.C. I riferimenti sono: la DGR 139/2016, «Adeguamento delle Case della salute tipo C, ridefinite Ospedali di Comunità»; la determina 882/AV5 2018, firmata anche dal dottor Milani, “Stato di avanzamento Casa della Salute tipo B Offida […] programmazione di eventuale sviluppo in ospedale di Comunità”. Chiaramente la Casa della Salute di tipo B non può essere Ospedale di Comunità (che è di tipo C). Infatti nel documento si parla di sperimentazione che «continuerà fino a quando la Regione Marche non provvederà a riqualificare la suddetta casa della salute di tipo B in Ospedale di Comunità» che, al momento, non esiste.

In secondo luogo un O.d.C., secondo il DM 70/2015 (il famoso Balduzzi), deve avere un certo numero di posti letto, e ad Offida, secondo la determina 882/AV5 che richiama anche il DM 70, ne sarebbero solo 10, finalizzati alla sperimentazione di cure intermedie su p.l. di RSA e non come posti letto di O.d.C.

In terzo luogo, una recente intesa del 20 febbraio scorso, sottoscritta dal Consiglio dei Ministri e dalle Regioni, sicuramente ben nota alla dottoressa Sansoni, definisce i “Requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi dell’Ospedale di comunità”. Nel documento si dà la definizione di Ospedale di Comunità:
“L’O.d.C. non è una duplicazione o una alternativa a forme di residenzialità già esistenti, che hanno altri destinatari; in particolare non è ricompreso nelle strutture residenziali di cui agli articoli dal 29 al 35 del DPCM del 2017”.

Le deduzioni fatte da Baiocchi e dalla Falco

Perciò il “trucchetto” di trasformare i posti letto di RSA in p.l. di O.d.C. non è consentito dalle norme vigenti.
Inoltre “l’O.d.C. ha un numero limitato di posti letto, di norma fra 15 e 20. È possibile prevedere l’estensione fino a due moduli e non oltre, ciascuno di norma con 15-20 posti letto, per garantire la coerenza rispetto alle finalità, ai destinatari e alle modalità di gestione”. Per questo preciso motivo il Comitato ha anche prospettato, per l’O.d.C. di Pagliare, un aumento dei posti letto oltre il numero minimo di 20: poiché già consentito dalle norme.
La dottoressa Nespeca dovrebbe anche mostrarci in quale documento ufficiale del Governo o della Regione è indicato che in ogni Area Vasta possa esistere un solo O.d.C. Non è scritto nel DM 70 (Balduzzi), non è scritto in nessun piano sanitario regionale, né mai abbiamo letto sulla stampa medica una simile limitazione.

E c’è anche un altro motivo specifico per cui potranno esserci vari O.d.C. per ogni Aea Vasta. Sicuramente sarà noto alla dottoressa Nespeca e di cui parleremo più avanti. Ci aspettiamo, relativamente a queste nostre precisazioni, non certo chiarimenti o risposte, ma il consueto silenzio della dirigenza dell’Area Vasta 5.

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