“Suburra – La serie”: crimine, Vaticano e politica raccontati in una fiction da non perdere

Dopo il film di Stefano Sollima è uscita la scorsa settimana sulla piattaforma Netflix “Suburra – La serie”. Come primo prodotto made in Italy del colosso dello streaming on demand non è niente male, accostabile a Romanzo criminale e Gomorra, non allo stesso livello ma se ci dovesse essere una seconda stagione potrebbe arrivare a competere, ovviamente smussando e perfezionando qualcosa. C’è margine di miglioramento soprattutto per quanto riguarda la recitazione di alcuni attori che appare poco naturale e un po’ forzata mentre altri sono naturalmente ottimi come Alessandro Borghi nei panni del criminale Aureliano, Filippo Nigro che interpreta Amedeo, politico corrotto e Claudia Gerini come sempre ineccepibile.

Le vicende, che sono ambientate a Roma nel 2008 e fanno da prequel al film “Suburra” del 2015, ruotano intorno ad Aureliano, figlio di un boss di Ostia, Spadino lo zingaro e Lele, faccia da bravo ragazzo ma invischiato in un giro più grande di lui. Le vite dei tre ragazzi ed i loro interessi si intrecceranno per forza di cose in una spirale di violenza e malavita che coinvolgerà anche politici, Vaticano, criminalità romana guidata dal boss Samurai e mafia dando luogo ad una storia emozionante e ricca di colpi di scena che terrà lo spettatore incollato allo schermo e ansioso per la puntata successiva. Anche la scelta di iniziare ogni puntata in medias res per poi farla sviluppare tutta in flashback colpisce nel segno e cattura l’attenzione. In sintesi una gran bella serie italiana, da non perdere.

 


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