Tentoni si racconta ad Ascoli News: “Quel goal all’Ancona davanti a 5.000 ascolani qualcosa di unico. Questa società ha senso di appartenenza.”

Davide Tentoni, indimenticabile esterno bianconero negli anni tra il 2001-2004, condusse la cavalcata bianconera che portò l’Ascoli in Serie B. Autentica macchina sulla fascia destra, con la maglia dell’Ascoli ha conquistato 67 presenze e un gol. Amato da tutti i tifosi per il suo impegno e la voglia di combattere che metteva in ogni incontro. Ha vestito anche le maglie di Ancona, Perugia, Padova e Venezia. Dopo diverse esperienze da allenatore in D con Morciano, Imolese e Urbino, ha allenato le giovanili del Treviso e dal gennaio scorso è alla guida tecnica della prima squadra. Ha già conquistato la promozione nell’ Eccellenza Veneta durante l’ultima stagione e anche nel prossimo campionato ha tanta voglia di stupire.

Bentrovato Davide. Che ricordi ha della sue tre stagioni ad Ascoli?

“Ricordi meravigliosi, legati alla voglia di una squadra di portare la propria città a vincere, una coesione tifoso-giocatore esemplare”.

Che annate sono state quelle dei “Diabolici”?

“Sono state annate epiche, una simbiosi perfetta tra un popolo ed un gruppo di atleti che ha capito fin da subito come rendere felice ed orgoglioso il tifoso bianconero con umiltà e grande senso di appartenenza”.

Lei è stato un ottimo centrocampista, ma diciamo non ha mai avuto un bel rapporto con i gol, ad Ascoli solamente uno, come se lo spiega?

 “Ad Ascoli ho giocato tre anni da esterno destro difensivo. Un unico gol vero, ma che gol, in un derby davanti a 5000 ascolani. Un gol che ne vale 20 e di ciò vado fiero e quella marea bianconera che esultava, alla quale andavo incontro dopo il gol, non potrò mai dimenticarla”.

Prima di arrivare ad Ascoli ha vestito le maglie dell’Ancona per 4 stagioni poi del Perugia. Ha mai avuto problemi per il suo passato quando è arrivato qui?

“Mai avuto problemi nella mia carriera. Sono passato dal Padova al Venezia e dall’Ancona all’Ascoli. Di me i tifosi hanno sempre apprezzato l’impegno e la serietà”.

Nel 2006 ha chiuso la sua carriera e l’anno successivo ha iniziato ad allenare. E’ stato un passaggio difficile?

“Difficile sì, perché la voglia di giocare era ancora tanta. Ero integro fisicamente e di testa, mi convinse un amico “presidente” dicendomi che non ero solo un bravo allenatore ma anche un buon educatore, un istruttore di calcio ma anche di valori. Mi convinse cosi ad allenare, una missione che mi porto dentro e che sento molto”.

Due anni fa ha rinunciato ad allenare la prima squadra del Treviso in Promozione preferendo le giovanili come mai?

“Perché non c’erano i presupposti per fare il calcio che piace a me. Non vendo l’anima al diavolo per dei compromessi che non mi appartengono. Allenare i giovani è appagante, ti seguono, se sei un esempio morale. Questa per me vale 100 vittorie”.

Nel Gennaio 2014 è stato promosso in prima squadra a Treviso ed ha subito conquistato l’Eccellenza. Che cavalcata è stata?

“E’ stata la vittoria di un gruppo che è entrato in sintonia da subito con me, non solo tecnica o tattica, ma anche principi, regole e valori. Questo è il mio modo di fare calcio. Abbiamo ottenuto risultati incredibili, 5 vittorie consecutive, 1000 e passa minuti di imbattibilità. Nel calcio non esistono i miracoli, ma esistono le imprese e queste le fanno gli uomini. Ecco io avevo ed ho tuttora un gruppo con dei grandi valori. Quando hai questi presupposti cavalchi l’onda e spesso raggiungi obiettivi incredibili”.

La sua società quest’anno sta allestendo una grande squadra segno che c’è la voglia di tornare ai grandi livelli di un tempo, puntando sui giovani e la collaborazione con Gaetano D’Agostino nella scuola calcio ne è l’esempio?

“La società è nuova ha entusiasmo ma anche l”umiltà necessaria per comprendere che per costruire nel calcio bisogna consolidare. Gaetano è una figura importante. mette a disposizione dei giovani tutta la sua professionalità, elemento fondamentale per crescere”.

Ha seguito le vicende legate all’Ascoli nell’ultimo periodo e che idea si è fatto della nuova proprietà?

“Seguo sempre l’Ascoli, ne sono tifoso. La proprietà ha una qualità importante, il senso di appartenenza. Questo presupposto, insieme ad una solidità economica, in aggiunta a dei quadri societari altamente capaci e professionali, proietterà il Picchio verso orizzonti calcistici importanti.

Pensa che l’Ascoli possa far bene in questa stagione e togliersi tante soddisfazioni?

“Penso che l’Ascoli per come si sta muovendo sotto tutti gli aspetti tornerà nell’olimpo del calcio italiano. Sono fiero di aver fatto parte della sua gloriosa storia”.

Raffaele Casola

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