Terremoto, 50 attività commerciali costrette a chiudere dopo il sisma

Sono 50 le attività commerciali, ricettive e manifatturiere che dopo le distruzioni del terremoto del 24 agosto sono state costrette a chiudere ad Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Montemonaco e Montegallo, i comuni più colpiti dal sisma. Lo rende noto la Cna.

Danni diretti e indiretti li hanno subiti anche molte imprese dei comuni montani di Comunanza, Amandola, Montefortino, Roccafluvione, e aziende di Ascoli Piceno e a San Benedetto del Tronto.

Numerose in queste zone, spiega l’associazione artigiana, ‘‘le aziende che hanno denunciato cali di commesse, problemi per farsi pagare lavori già effettuati, o lo svuotamento delle proprie strutture ricettive e commerciali, disdetta delle prenotazioni”. Il Confidi Fidimpresa Marche la Cna hanno promosso azioni specifiche su moratorie, sospensione dei tributi e richieste di finanziamenti per sopperire al calo degli incassi. I finanziamenti accesi con Fidimpresa Marche nei territori colpiti dal sisma ammontano a 8,5 milioni di euro.

E’ sceso in campo anche l’Ebam, che ha attivato il Fondo per le calamità naturali a disposizione delle imprese iscritte all’Ente Bilaterale Artigianato Marche. Le imprese che hanno subito danni potranno ottenere fino al 20% delle spese effettuate per riparare i danni del terremoto, con un massimale di 8 mila euro. Una postazione mobile di Cna e Fidimpresa Marche é in funzione ad Arquata del Tronto per assistere le imprese.

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