Terremoto, Celani attacca: “Muovetevi, c’è ancora molto da fare”

ASCOLI PICENO –  Intervistato dal giornale “L’Opinione” il consigliere regionale di Forza Italia Piero Celani torna sulla vicenda della gestione del terremoto e sui fondi degli sms solidali.

“Anche se i soldi ci sono, anche se non sono spariti, questi signori dovranno spiegarci perché non sono ancora stati utilizzati” , dice Celani, “ Ci sono paesi che muoiono e che con difficoltà fanno i conti ogni giorno con macerie e problemi legati al terremoto. Serve meno burocrazia. Pirozzi, con le sue accuse, non ha fatto altro che lanciare un sasso nello stagno. Come a dire: muovetevi, qui c’è molto da fare. Al di là del fatto che ci siano o meno mi sembra che il vero problema, il vero scandalo, è che non si sappia come utilizzarli. O comunque registriamo che ci sia stato il tentativo di utilizzarli male, destinandoli a opere che nulla avevano a che fare con il sisma dello scorso anno”

 

Prosegue Celani: “Il territorio è a pezzi. Se è vero che questi soldi ci sono, mi chiedo perché sono ancora bloccati lì. Perché non sono stati convocati i territori per dire quali sono le opere connesse all’effetto sisma. Strade, acquedotti, municipi, scuole: queste sono le cose da sistemare. E questo non è ancora stato fatto. Qualcuno ci dovrà spiegare perché i soldi stanno ancora lì, inutilizzati. È inconcepibile pensare che potevano essere utilizzati per costruire una pista ciclabile. È impossibile da credere. Secondo il consigliere azzurro uno dei maggiori problemi è lo spopolamento. “Se continuiamo così, nelle zone colpite dal sisma non ci verrà più nessuno. Questi soldi andavano spesi immediatamente per risolvere questo e altri fenomeni. Non voglio fare supposizioni di nessun tipo, però c’è stata una negligenza forte nel non utilizzarli subito. Mi chiedo perché ne sia stato fatto un uso maldestro.

 

 

Altro problema evidenziato da Celani : “I governi di centrosinistra, da Monti in poi, hanno smobilitato la protezione civile. Per cui lo stato di emergenza qui da noi dura da un anno e mezzo. Lo stato di emergenza doveva durare al massimo 5-6 mesi. A fine anno (2016) i prefabbricati dovevano già essere istallati. Per quella data doveva essere già tutto fatto. Io non posso aspettare che si verifichi la catastrofe per poi fare il riscontro di quante casette mi servono. Io so che in Italia purtroppo siamo un paese a rischio e che quindi, probabilmente, ne avrò bisogno. Devo programmare e pianificare anche l’emergenza. Devo avere tutto a disposizione. Se accade un sisma come quello che ha colpito il centro Italia, di mille case da istallare già ne devo avere 400, 500 messe in magazzino e pronte all’uso. Come faceva il buon Guido Bertolaso. Bene, questo non è stato fatto e ne stiamo pagando le conseguenze”.

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