Terremoto, gli edifici privati hanno retto meglio di quelli pubblici

Sono 1.312 gli edifici ispezionati dal Nis (il Nucleo interventi speciali dei Vigili del fuoco) nei comuni di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Norcia. Di questi – come sottolinea Repubblica.it – 303 sono rasi al suolo (il 23%). Uno su quattro non esiste più. Altri 315 sono gravemente danneggiati (il 24%), e 219 presentano criticità significative (il 17%). Potrebbero essere demoliti o sottoposti a pesanti e costosi interventi di ricostruzione, prima di essere di nuovo abitabili. Solo 403 case su 1.312, dunque meno di un terzo del totale, sono uscite “sostanzialmente indenni” dalla scossa del 24 agosto. Che non significa, però, che siano agibili già adesso. Gli abitanti potranno farvi ritorno solo dopo che i tecnici della Protezione civile avranno fatto un sopralluogo definitivo, dall’esito positivo.

Continuando con i numeri: ad Arquata del Tronto, 366 edifici distrutti o pericolanti e 232 usciti indenni, ad Accumoli 19 crollati, 54 gravemente danneggiati, 16 in condizioni critiche e solo 28 classificati in verde.

“I risultati che stiamo raccogliendo sono peggiori di quanto ci si poteva aspettare”, dice il comandante e ingegnere Cristiano Cusin.

In percentuale le case dei privati hanno retto leggermente meglio degli edifici pubblici strategici (cioè quelli di interesse per il sistema di Protezione civile, quali ad esempio le caserme e le scuole) e delle chiese: il 64 per cento delle abitazioni risulta crollato o gravemente lesionato, contro il 74 per cento di caserme e chiese.

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