Terremoto: oltre il 58% via dal cratere

Sono stati pubblicati i risultati dal progetto “Terre di ricerca – Un’indagine collaborativa sul cratere marchigiano” portato avanti dal gruppo di ricerca “T alla terza” e dalla rete di attivisti e cittadini Terre in Moto Marche. Tra il 2016 e il 2019, sono 10.136 i residenti persi dagli 85 Comuni compresi nel cratere sismico marchigiano. Gli abitanti in meno nelle zone terremotate rappresentano il 58,8% dello spopolamento marchigiano nonostante gli abitanti di quelle zone rappresentassero appena il 22% della popolazione delle Marche. Rispetto ai tre anni precedenti al sisma lo spopolamento ha avuto un’accelerazione del 170%. Scomponendo i dati a livello provinciale Ascoli Piceno ha subito un calo del 2,6%.

Nei tre anni successivi al sisma, all’interno di una generale parabola discendente regionale, i territori dell’Appennino perdono il 3,1% dei propri residenti mentre nel resto della Regione il calo è dello 0,8%. L’Appennino ascolano è il contesto soggetto alle più intense dinamiche di flessione (-5,1% tra 2016 e 2019), Montegallo (-9,0%), Montemonaco (-8,8%), Arquata del Trono (-7,7%), Force (-7,8%), Acquasanta Terme (-7,5%). Dall’indagine emerge che un quarto del campione (25,3%) si è trasferito al di fuori del comune in cui viveva prima del sisma almeno in via temporanea; 8 su 100 sono poi tornati nel loro paese o città, mentre il 17% vive tuttora altrove.

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