Trovato in possesso di un fucile, il difensore dell’indagato: “Ecco come sono andate le cose”

ASCOLI – Si è tenuta nella mattinata di ieri l’udienza di convalida dell’arresto dell’uomo trovato in possesso di un fucile durante la quale l’indagato, difeso dall’Avv. Roberta Alessandrini, ha fornito al Gip Dott.Annalisa Giusti, la sua versione circa le contestazioni mossegli.

“ La vicenda va necessariamente ridimensionata rispetto alle notizie fornite dalle forze dell’ordine, dichiara l’Avv. Alessandrini.  Nonostante da molto tempo non corrano rapporti ottimali tra l’uomo ed i suoi vicinati, si tratta di problematiche relative  a terreni, confini, presunte usucapioni, interessi economici che hanno coalizzato i residente contro “ l’americano” tornato dopo tantissimi anni a vivere nelle proprietà di famiglia, che mai hanno interessato l’uso di armi da parte di alcuno dei soggetti coinvolti, compreso l’arrestato. Vicende per le quali pendono reciproche querele presso gli uffici competenti.

Nessun pericoloso arsenale è stato oggetto di sequestro bensì due fucili risalenti all’incirca all’anno 1860 , privi di polvere da sparo, che i carabinieri e gli altri operanti hanno trovato appesi al muro (compresi di catene di sicurezza),  come si suole con gli oggetti antichi di famiglia, appartenenti al bisnonno di famiglia e soprattutto regolarmente denunciati. Circa il fucile trovato in auto e le stesse munizioni, l’indagato ha fornito esauriente spiegazione indicando il nominativo di chi glielo aveva dato per difendersi dai cinghiali che quotidianamente arrivano fino alla sua porta di ingresso e che incontra anche lungo la strada per e da casa. A tal proposito l’uomo aveva già attivato e concluso la procedura necessaria secondo la vigente normativa per poter intervenire contro i  cinghiali, come consentito dalla legge. Al giudice l’arrestato ha fornito la denuncia inerente i due fucili antichi che aveva già mostrato alle forze dell’ordine durante la loro attività all’interno dell’abitazione. L’indagato non ha mai usato il fucile da quando lo ha ricevuto, non ha mai sparato e comunque lo ha conservato nelle condizioni in cui gli è stato dato. Eventualmente quindi di eventuali modifiche apportate all’arma o alle munizioni che gli sono state contestate,  non sarà  lui a doverne rispondere”dice l’avvocato difensore.

A seguito dell’udienza di convalida, l’indagato è stato posto agli arresti domiciliari.

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