Amianto al Tribunale, a febbraio il termine dei lavori di bonifica

ASCOLI PICENO -La questione relativa all’ amianto negli edifici pubblici non ha riguardato soltanto la scuola di Via Sassari, ma ben prima è emersa la presenza del pericoloso elemento all’interno di alcune zone del Tribunale di Ascoli. Della vicenda se ne è occupata subito l’Area Vasta 5. Come sottolinea Claudio Angelini  Direttore del Dipartimento Igiene e sanità pubblica di Area Vasta 5 « La presenza di amianto negli uffici del Tribunale è stato risolto. I problemi principali hanno riguardato l’archivio dei faldoni, ma con i lavori che stanno per essere terminati, abbiamo messo in sicurezza tutta la struttura ed è stata certificata la restituibilità ambientale alle aule processuali» dice Angelini « Abbiamo verificato tutto con ulteriori analisi su tutte le zone interessate e possiamo confermare che  non ci sono più criticità.  Andando nel dettaglio, le fibre di amianto erano inglobate in alcune parti in plastica presenti nel pavimento di alcune stanze». 

Nello scorso mese di giugno, il Ministero delle Infrastrutture ha indetto una gara, alla quale hanno partecipato 20 aziende, che prevedeva  proprio i lavori di bonifica all’interno del Tribunale ascolano. Ad aggiudicarsi la gara è stata la Viso Edil Ecologia di Monpoli (Ba) per un totale di 74 mila euro. Dall’azienda pugliese  dicono che « Una parte del lavoro che abbiamo dovuto svolgere è stata già terminata. L’intervento è stato suddiviso in due parti distinte. La prima ha riguardato la bonifica dei pavimenti in tre vani della struttura, dove è stata rilevata la presenza di amianto» dice la Viso Edil « Mentre l’altro intervento, che prenderà il via nelle prossime settimane, si concentrerà sulla zona degli archivi nel sotterraneo del Tribunale, ovvero l’altra zona dove è stata rilevata una forte presenza di polvere di amianto» dice l’azienda « Le nostre attività ripartiranno dopo ulteriori accertamenti che effettueremo nei prossimi giorni. Contiamo di terminare i lavori nel prossimo febbraio». Nell’archivio del Tribunale sono presenti circa 4 milioni di fascicoli che, a causa proprio dell’amianto, non sono più stati utilizzati dagli addetti ai lavori per il forte rischio di arrivare a contatto con la polvere pericolosa.

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