Arquata del Tronto, Enzo Rendina inizia lo sciopero della fame

ARQUATA DEL TRONTO – Ho iniziato lo sciopero della fame perche’ non posso assistere passivamente alla violenza che stanno facendo al mio territorio da oltre 20 anni e che prosegue nonostante il dramma del terremoto del 2016“.

A parlare da San Benedetto del Tronto, dove e’ ospite di un hotel insieme a molti altri terremotati, e’ Enzo Rendina, l’arquatano che per ultimo ha lasciato il paese ed e’ attualmente sotto processo per resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio, accuse che lo hanno tenuto in carcere due giorni lo scorso inverno.

Ieri e’ stato ad Arquata e ha preso la decisione di digiunare cibandosi solo di un po’ di miele e un po’ di frutta. “Ma se non mi daranno ascolto sono pronto ad alimentarmi solo con acqua”, annuncia. Nel mirino di Enzo Rendina i lavori lungo la Salaria nel territorio di Trisungo (Arquata del Tronto). “Dopo aver realizzato una zona industriale che e’ un disastro, come io denuncio dal 1990, si continua a voler cementificare una pianura, l’unica del territorio, che dovrebbe invece essere la vetrina dei comuni dell’entroterra e dei due parchi naturali. Invece si vogliono costruire strade e gallerie per Colle-Spelonga-Faete, verso Trisungo, una che costeggia il fiume Tronto con un mega svincolo: nascera’ una Salaria bis? O ter?“, chiede polemicamente.

Rendina sostenendo che basterebbe spostarsi di 100 metri in direzione Ascoli per trovare il posto giusto per l’ammodernamento della Salaria “rispettando il territorio, le montagne, i fiumi che invece cosi’ vengono messi in grave pericolo, innescando potenziali frane, mettendo a rischio il Tronto dove si continuano a costruire argini paurosi come quello nella zona dove stanno stoccando le macerie del terremoto”.

Rendina lancia un altro allarme. “Ad Acquasanta sto monitorando da anni una collina sovrastante il paese che rischia di franare sulle terme stesse. Vogliamo una nuova tragedia come a Rigopiano?”

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