Ascoli e Monteprandone unite nel segno di San Giacomo della Marca

A causa dei  lavori di restauro e consolidamento del Palazzetto Parissi, sede del Museo dei Codici di San Giacomo della Marca di Monteprandone, la collezione relativa al Santo è temporaneamente ospitata nella Pinacoteca Civica di Ascoli.

“Ospitiamo i codici per mostrarli ai visitatori cercando di promuoverli in una visione di territorio” ha detto il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti  “Stiamo cercando di migliorare  la visione del territorio facendo capire l’opportunità unica ed esperenziale anche dal punto di vista spirituale. Monteprandone ha fatto una nuova guida con due pagine dedicate ad Ascoli.  Lanciamo questo progetto che valorizza non solo la costa e la montagna anche per la candidatura a capitale della cultura investendo sull’attrattività del territorio”.

“Questo è un giorno importante perché avere i nostri codici in Pinacoteca è un passaggio importante. Ascoli e Monteprandone sono molto legate: la parrocchia di S.Giacomo della Marca è la più popolosa e il nostro era l’ultimo castello della città di Ascoli” ha aggiunto il sindaco di Monteprandone Sergio Loggi “Fare rete è importante e il Piceno lo deve fare e noi appoggiamo Ascoli capitale della cultura. Stiamo ristrutturando il nostro palazzo e Ascoli ci ha accolto  riuscendo a colllaborare insieme”.

L’assessore alla Cultura Donatella Ferretti aggiunge che “Loggi sta facendo un lavoro di valorizzazione intelligente e attento per questa non scontata voglia di collaborare per una rete di risorse di territorio. Solo così si vince e si fa emergere il valore della nostra terra. La nostra è una terra ricca di spiritualità. Ascoli sta lavorando molto per i sentieri ciclo turistici e sono tante le risorse che mettiamo in campo”

“I Codici sono un altissimo esempio di resilienza picena a cui si aggiungono lo spirito di collaborazione del comune di Monteprandone. Determinazione ma non chiusura verso l’esterno, come a volte capita a noi marchigiani. Piuttosto che tenerli al chiuso in un magazzino, saranno visibili a tutti” ha concluso il direttore dei Musei Civici Stefano Papetti

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