SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le rassicurazioni del presidente del Consiglio, Bruno Gabrielli, non placano l’ira di Giorgio De Vecchis. “Gabrielli ha il dovere di convocare il Consiglio aperto sulla sanità – tuona l’esponente di minoranza – entro 20 giorni dalla richiesta avanzata da un quinto dei consiglieri. Aspetto martedì 7 marzo, termine ultimo per indire l’assise. Se non diramerà gli inviti per  l’adunanza aperta sulla sanità partirà l’esposto indirizzato alla Prefettura di Ascoli. E sarà sottoscritto dai  consiglieri che hanno firmato la richiesta del consesso aperto”.

La richiesta del consiglio aperto sulla sanità reca le firme di Giorgio De Vecchis e Andrea Sanguigni (Ripartiamo da Zero), Flavia Mandrelli (Uniti per San Benedetto), Domenico Pellei (Udc), Marco Curzi (Rinnovamento e Progresso).

Gabrielli questa mattina (sabato 4 marzo) ha dichiarato a San Benedetto News che indirà l’assemblea sulla sanità, dopo il Consiglio sul bilancio. LEGGI QUI

Ma De Vecchis non ci sta  e cita l’art. 39, comma 2, del Tuel 267/2000: “Il presidente dei Consiglio comunale è tenuto a riunire il Consiglio, in un termine non superiore ai venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri inserendo all’ordine dei giorno gli argomenti richiesti”.

De Vecchis è al veleno: “Gabrielli è troppo impegnato a fare l’assessore degli assessori (cioè il sindaco) invece che fare il presidente del consiglio comunale”.

Negli ambienti politici si vocifera di incontri al bar per trovare la forma per sfiduciare Gabrielli, ma tutto poi viene rimandato a dopo il 6 aprile, quando il Consiglio di Stato emetterà la sentenza sull’anatra zoppa.

A palazzo comincia a spirare vento di crisi. Nell’aria balenano flash dell’ultimo periodo dell’amministrazione Martinelli (2005). All’epoca De Vecchis era presidente del Consiglio, Gabrielli assessore. Lo scontro tra i due diede l’accelerazione alla crisi amministrativa culminata con le dimissioni del sindaco nell’estate 2005. Per l’amministrazione Piunti, però, le grane sono nella fase iniziale.