Stadio Del Duca, il Pd presenta un’interrogazione e il M5S va all’attacco

ASCOLI PICENO – Non si placano le polemiche relative alla questione stadio Del Duca. Se da una parte l’Ascoli Picchio ha attaccato duramente il sindaco Castelli nel comunicato di alcuni giorni fa, dal fronte politico non si sono fatte attendere le reazioni delle opposizioni in consiglio comunale.

Il Partito Democratico ha annunciato un’interrogazione al primo cittadino sulla telenovella della Tribuna Est, ma anche sull’inagibilità dello stadio Del Duca sostenuta dalla società di Corso Vittorio Emanuele per la prossima stagione sportiva 2018/2019. Tanti i temi e le domande che i dem presenteranno al primo cittadino: in primis il termine ultimo della consegna alla città e i costi relativi agli interventi svolti nella Tribuna Est; il dettaglio delle gare che hanno avuto e che avranno ad oggetto la Tribuna Est a partire dal 2015; i motivi del rallentamento della Tribuna Est e gli eventuali errori tecnici riscontrati; se risulta a vero che da documenti di cantiere sono stati formalizzati 1,2 milioni di riserve, e comunque se sono state formalizzate riserve in documenti di cantiere o in documenti definitivi; se risulta a vero il problema dell’irrigazione del terreno di gioco effettuata dal Comune con acqua contenente sale che aveva finito per danneggiare l’erba e costringere dunque l’Ascoli Picchio a trasportare l’acqua per l’irrigazione dal centro sportivo Picchio Village allo stadio Del Duca; se risulta a vero che le norme federali prevedono degli adeguamenti dell’impianto comunale: copertura della tribuna stampa e realizzazione di 5.500 posti a sedere (1.200 già realizzati dal club) e se sì l’eventuale ristrutturazione della tribuna tutta e in particolare l’area riservata a tribuna stampa come richiesto espressamente dalla Lega B ed entro quando verranno realizzati i 5.500 posti a sedere. E poi per concludere: se, in generale lo stadio rispetta tutti i criteri infrastrutturali necessari all’iscrizione al campionato e le eventuali mancanze; se risulta a vero che il Comune proponeva la cessione in leasing dello stadio per soli tre anni; se il comune ha intenzione di indire una gara per la concessione 30ennale dello stadio; quali sono gli “ulteriori interventi utili, a cura del Comune, ad abilitare permanentemente il settore  distinti Nord/Est “per la disputa del campionato”come riportato nel comunicato dell’amministrazione comunale in data 5/06/2018 con richiesta della spesa necessaria da affrontare; cosa consiste “quanto concordato per l’apposizione dei seggiolini così da rispettare le prescrizioni della Lega” come riportato nel comunicato stampa del sindaco Castelli del 5/06/2018. Infine i motivi che hanno portato l’Ing. Paolo Leccesi, sostituito dal geometra comunale Marco Paoletti, alla rinuncia dell’incarico di DL della Tribuna Est. Sull’ultima richiesta da parte dei deim, infatti, la motivazione di “carico di lavoro eccessivo per l’Ingegnere” potrebbe piuttosto far pensare a qualche disguido all’interno del cantiere. Il cambio di guardia sarebbe addirittura avvenuto nel mese di aprile scorso, come nello stesso mese la Lega B aveva inoltrato sia al Comune che alla società Ascoli Picchio la richiesta di installare 5.500 posti a sedere nell’impianto sportivo ascolano. Nel frattempo l’altra parte di opposizione, il Movimento 5 Stelle, è un fiume in piena con i suoi due consiglieri Manni e Tamburri. I pentastellati parlano di “errori fatti da parte del sindaco Castelli che saranno pagati dalle generazioni future sotto forma di tasse”.  A Tamburri non scende giù l’esternazione di Castelli: “Risponda alle accuse puntuali fatte dall’Ascoli Picchio invece di tirare in ballo la città e gli ascolani. Al decimo anno di amministrazione non c’è mai stata una programmazione e i risultati li stiamo vedendo. Questo insulto che ha rivolto alla società è grave, aldilà della questione sportiva. Se non riesce a tenere sotto controllo lo stadio, come può fare con tutto il resto?”. Per Manni invece “Castelli è bravo a dare le colpe agli altri, cosa che viviamo quotidianamente nelle riunioni importanti. Sullo stadio la colpa è solo la sua perché solo lui ha provveduto a fare promesse. I costi sono lievitati in maniera spropositata: da 2,5 milioni si è passati alla cifra di 4 milioni.  Anche nella fase iniziale ha fallito, con il piano regolatore che poteva essere il rilancio di aree degradate. Si poteva ragionare su un progetto a 360 gradi con un nuovo stadio ubicato in un’altra area, come la zona industriale. Che ci siano gli imprevisti ci può stare, ma qui siamo molto oltre. La società deve iscriversi al campionato e si trova in difficoltà. Sono tre anni che va avanti questo film, ma fino ad adesso Castelli cosa ha fatto? Va avanti solo a spot, mentre il tutto gli sfugge di mano e mentre la tribuna è ancora un cantiere in alto mare. Abbiamo rispetto per la società e dei tifosi e sappiamo cosa significa il calcio per questa città. La responsabilità politica è anche degli assessori e dei consiglieri che non hanno approfondito la questione a dovere. Il tifoso si ricordi il prossimo anno quando si tornerà a votare: i mutui li pagheranno tutti i cittadini residenti in un’area di crisi senza precedenti. Uno stadio che possa essere un polo economico è un bene per la città”.

Tornando a ritroso, nel 2015 il sindaco Castelli e l’Ing. Leccesi presentarono il rendering della Tribuna Est in pompa magna, cosa però che fece scaturire la reazione dei consiglieri dem Ameli e Bellini, che contestarono l’assenza di una reale delibera di giunta che approvava il progetto di restyling del settore. Già allora si discuteva della possibilità di trasferire lo stadio in altra sede, ma poi tutti sappiamo come è andata a finire. Siamo sicuri inoltre che sarà sufficiente il prossimo ultimo bando (balaustra, impermeabilizzazione e viabilità esterna) per realizzare il completamento della struttura in toto? Probabilmente no per le aspettative di Tribuna Est che ci immaginavamo di avere (bar, palestra, negozi ecc..). Dunque per i primi mesi del 2019 (ipotesi), qualora tutto andasse in potrebbe avere una tribuna che avrebbe l’ok ai fini dell’accessibilità, ma le cui opere accessorie di cui sopra saranno inevitabilmente assenti.

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