Caso Uniproject, ricorso al TAR e denuncia per abuso d’ufficio a dirigente Provincia

MALTIGNANO – La situazione dell’Uniproject, l’impianto di smaltimento rifiuti liquidi speciali sito nel Comune di Maltignano comincia ad entrare nel vivo. Una denuncia ed un ricorso al TAR da parte del consigliere del Movimento 5 Stelle in Regione, Peppe Giorgini, è in arrivo alla dirigente del Servizio Tutela Ambientale della Provincia di Ascoli Piceno.

Una storia molto lunga quella della struttura di proprietà della Piceno Consid gestita dall’Uniproject. Quest’ultima è stata al centro della vicenda “trivellopoli” nel traffico illecito di rifiuti liquidi – scriveva la Procura di Potenza nel 2015 – con il fine di consentire ad ENI S.p.a un giusto profitto, consistente nel risparmio dei costi del corretto smaltimento dei rifiuti liquidi prodotti dall’impianto ENI COVA di Viggiano, dando vita appunto ad un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Nell’aprile 2017 però il Gup di Potenza ha prosciolto dall’accusa di traffico illecito di rifiuti il presidente Longino Carducci e l’amministratore delegato Fausto Latini dell’Uniproject.

L’IMPIANTO – La storia dell’impianto parte nel 1998 con l’autorizzazione della Regione Marche, con il contributo della Comunità Europea, all’apertura di un impianto di importanza vitale per la zona all’epoca ricca di industrie attive sul territorio (al tempo non esistevano l’Autorizzazione Ambientale Integrata e il Piano per l’Assetto Idrogeologico). Un anno più tardi c’è l’ok della Piceno Consid alla costruzione e nel 1996 viene introdotta l’esigenza della V.I.A. (Valutazione d’Impatto Ambientale). L’autorizzazione della V.I.A. dalla Regione non viene concessa e l’impianto comincia a lavorare senza la certificazione. Nel 2002, con il passaggio di competenze dalle Regioni alle Province, la V.I.A. deve essere rilasciata dalla Provincia di Ascoli. Un anno dopo viene accettata la richiesta di ampliamento del sito ma sempre in assenza della V.I.A.. Vengono convocate tante conferenze dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione che, dal 2009, prende il nome di A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale). Il parere del Comune di Maltignano è sempre negativo vista la presenza nel giro di 350 metri del centro abitato di Caselle. Nel 2008 l’Uniproject si sottopone alla determina della Provincia di Ascoli Piceno, la quale stabilisce nuovi limiti più restrittivi per lo scarico in deroga, arrivando a promuove un ricorso al TAR Marche senza peraltro ottenere in prima istanza la sospensione cautelare dell’atto. Nel frattempo l’Autorità di Bacino Interregionale, classifica con il massimo livello di rischio (E3) l’esondabilità del fiume Tronto in quell’area (Piano per l’Assetto Idrogeologico). Alla luce di tutto ciò, la situazione appare proceduralmente insanabile e pertanto risulterebbe impossibile rimuovere le situazioni di illegittimità e di non conformità al rispetto delle normative vigenti, senza prevedere la cessazione della attività, la messa in pristino del sito e tutti gli atti conseguenti. Il caso arriva nel 2015 anche al Consiglio dei Ministri che – tramite delibera firmata dall’allora Premier Matteo Renzi – afferma: “..relativamente al centro per il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti liquidi speciali pericolosi e non pericolosi nel Comune di Maltignano, di proprietà della Piceno Consid, gestita dalla Uniproject S.r.l., finalizzata all’adeguamento degli impianti e delle attività lavorative tecniche disponibili nei termini di cui alle prescrizioni e alle verifiche indicate dagli Enti che nel procedimento hanno espresso valutazioni condizionate sull’intervento in argomento, a condizione che l’Autorità di Bacino si esprima favorevolmente”. Una valutazione già espressa dall’Autorità di Bacino, che in passato – ripetiamo – si era pronunciata come rischio alto (E3) d’esondabilità.

DETERMINE DIRIGENZIALI – Così la Provincia di Ascoli Piceno (Servizio Tutela Ambientale – CEA – Rifiuti – Energia – Acque), con determina n. 430 del 04/03/2016 firmata dalla dirigente Amurri, prescrive all’Uniproject la realizzazione di opere relative al contenimento delle emissioni inquinanti, alla gestione delle emissioni inquinanti, alla gestione delle acque piovane e alla riduzione del rischio idraulico al fine del rilascio dell’A.I.A.. Il 26 aprile 2016 la Piceno Consid, in attuazione della determina n. 430, trasmette all’Autorità di Bacino l’istanza corredata da documentazione tecnico grafica al fine di ridurre il livello di rischio esondazione. Il 6 luglio 2016 l’Autorità di Bacino, in considerazione della mancata esecuzione dei lavori elencati per la riduzione di rischio esondazione, non accoglie la richiesta. La Provincia di Ascoli perde atto della mancanza del declassamento e non concede l’A.I.A.. La Piceno Consid non ci sta e, tramite controdeduzioni, evidenzia come l’Autorità di Bacino abbia riconosciuto il progetto volto al fine del declassamento; tuttavia la Piceno Consid ritiene fondamentale la messa a disposizione delle aree demaniali interessate sulla sponda del fiume Tronto da parte della Regione Marche, che mette a disposizione l’area il 23 marzo. La Piceno Consid dichiara di aver ottemperato alla determina n. 430, richiedendo una proroga delle autorizzazioni vigenti. La Regione conclude che con il progetto della Piceno Consid l’area può diventare efficacemente protetta, evitando l’ipotesi della delocalizzazione dell’intera struttura. La Provincia con determina n. 580 del 12/04/2017 scrive: “Considerando che il procedimento in corso per il rilascio dell’Aia è particolarmente complesso determina di prorogare di 40 giorni, non ulteriormente prorogabili, per fatto sopravvenuto il termine previsto per la Determinazione Dirigenziale”. Conclusi i 40 giorni, tutti pensano di arrivare ad una decisione finale che possa chiudere definitivamente la questione: neanche per sogno. Infatti la Provincia, con la determina n. 758 del 22/05/2017 “rilascia un’autorizzazione provvisoria, nelle more della conclusione del procedimento di rilascio dell’A.I.A., all’Uniproject a svolgere la propria attività per il tempo necessario alla realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idraulico ed al loro collaudo, come indicato nel cronoprogramma della Regione Marche, entro il 28 febbraio 2018″.

LA DENUNCIA – La cosa ovviamente non è andata giù al Movimento 5 Stelle che combatte ormai da anni sul campo una guerra di diritto a difesa della legalità. Il consigliere del M5S in Regione Marche Peppe Giorgini ha presentato ufficialmente venerdì scorso, a proprie spese, un ricorso al TAR su entrambe le determine presentate dalla Provincia di Ascoli, perchè a suo dire: “la Provincia ha compiuto atti non legali” ed inoltre ha denunciato per abuso d’ufficio la dirigente del Servizio Tutela Ambientale.

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