Coronavirus, a rischio i servizi educativi per l’infanzia gestiti dai privati

I provvedimenti del Governo per l’emergenza COVID-19 prevedono la sospensione in tutta Italia delle attività dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del Decreto Legislativo n.65 del 13 aprile 2017, sia a gestione pubblica che privata, fino al 4 aprile.

Con la delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio scorso è stato però dichiarato per 6 mesi lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario, connesso all’insorgenza del Coronavirus, e considerando l’evolversi della situazione epidemiologica attuale non è da escludere una proroga delle disposizioni che impongono la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia, potenzialmente fino al prossimo mese di giugno.

Annalisa Firmani, referente per servizi privati 0-3 Ambito XXII, XXIII, XXIV  spiega che “Una chiusura forzata così lunga dei servizi educativi per l’infanzia determinerebbe il collasso del sistema regionale che si basa in gran parte su questi soggetti privati, che reggendosi essenzialmente sulle rette versate dalle famiglie rischiano seriamente la chiusura definitiva. Questi servizi sono essenziali per le famiglie, quando entrambi i genitori sono lavoratori ed hanno figli piccoli e non possono avvalersi del supporto dei nonni anziani.

“Se i provvedimenti urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 che impongono la chiusura forzata dei servizi educativi si protrarranno ulteriormente, i soggetti gestori non potranno ovviamente chiedere alle famiglie il versamento delle rette, considerato anche che per effetto dell’ordinanza regionale voluta dal Governatore Luca Ceriscioli i servizi sono praticamente chiusi dal 27 febbraio scorso. Le aziende dovranno in questo periodo comunque coprire le spese relative agli stipendi del personale e relativi contributi previdenziali, le spese delle utenze e dei mutui in banca, tutte spese al momento non rinviabili per queste aziende private.

“Questi servizi educativi per l’infanzia sono articolati in nidi e micronidi, in sezioni primavera e servizi integrativi, che accolgono le bambine e i bambini tra 3 e 36 mesi di eta’ e, insieme con le famiglie, concorrono alla loro cura, educazione e socializzazione, promuovendone il benessere e lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia e delle competenze. Questi servizi educativi sono gestiti dagli Enti Locali, essenzialmente i Comuni, o da soggetti privati, ma in questo periodo di emergenza per il COVID-19 tutte le attività sono sospese, senza distinzioni”

“Nelle Marche la percentuale dei posti disponibili nei servizi educativi per l’infanzia gestiti dai privati è il 40% del totale e in rapporto alla popolazione target, la dotazione complessiva è però sotto il parametro del 33% fissato dall’Unione europea, infatti i posti disponibili corrispondono al 24% dei bambini residenti sotto i 3 anni. Questo significa che nonostante il contributo dei soggetti privati nelle Marche attualmente il fabbisogno di servizi educativi per l’infanzia resta ancora in gran parte non soddisfatto.”

“Per questo l’emergenza Coronavirus, se protratta nel tempo, rischia di determinare un autentico collasso del sistema dei servizi educativi per l’infanzia nella nostra regione, causato dalla non sostenibilità economica della gestione privata. Chiediamo congiuntamente un confronto urgente con la Regione Marche, anche tramite una riunione in videoconferenza, per valutare possibili interventi straordinari” conclude.

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

San Benedetto, il 28 marzo apre la stagione turistica

Articolo Successivo

Coronavirus, un ascolano organizza una raccolta fondi per aiutare il "Mazzoni"