Corsa ai sussidi governativi, sito INPS down: il punto di vista di un consulente del lavoro

ASCOLI PICENO – Come detto in questi giorni ci stiamo trovando sempre più a far fronte a più emergenze concentriche. Ciascuna strettamente collegata e dipendente da quella primaria: la sanitaria. C’è chi si sta trovando, in questo particolare frangente storico, tra due fuochi. Stiamo parlando dei consulenti del lavoro.

Oggi abbiamo raggiunto Stefano Carlini, pesarese di nascita e di residenza, ascolano d’adozione. Gli abbiamo chiesto lumi su quello che sta succendendo in questi giorni, come la corsa alle domande e le difficoltà nel declinare le esigenze delle varie aziende che sta seguendo.

“Oltre alle incombenze normali dobbiamo far fronte anche a quattro tipi di casse integrazione diverse. Questa non è una misura ordinaria, è straordinaria. Ai lavoratori si sta dando un sussidio più che un ammortizzatore sociale. A seconda del tipo di attività si ha una diversa tipologia di cassa integrazione: due danno diritto agli assegni familiari e due no; due sono a pagamento diretto, due invece lasciano facoltà di scelta al datore di lavoro ( può anticipare il versamento). Il rischio, più che concreto, è che ci saranno lavoratori che vedranno i soldi nell’immediato ed altri no.
Per noi era necessario fare una procedura unica; così, ahimè, non è stato.

Sul sito dell’Inps – il server non ha retto davanti all’enorme mole di utenti accorsa per presentare le varie domande, ndrl’errore è stato nel ventilare un click day da parte di Tridico (Presidente Inps), anche se poi ha ritrattato nel giorno successivo. Nella testa delle persone è scattata la molla del “chi arriva prima”. Si doveva prevedere che il sito avrebbe avuto quel forte numero di accessi. Ha contribuito a creare quel disordine. Ufficiosamente, ora, si stanno organizzando con delle giornate riservate ai vari utenti; ricalcando il modello utilizzato per l’accredito delle pensioni. 

La CIGD è riservata a tutte quelle aziende che non hanno accesso agli ammortizzatori sociali ordinari: le industrie, ad esempio, hanno la “Cassa Industria”, gli artigianati hanno un fondo che si chiama “FSBA”, il terziario (sopra i 5 dipendenti) hanno un fondo fisso (“Fondo integrazione salariale”). Le realtà escluse da questa situazione hanno la possibilità di ricorrere, come detto, alla CIGD. Questa viene regolata dalle singole regioni, quindi dipendiamo dalle regole dettate dalla Regione Marche.

Dal 31 Marzo alle 14 si potevano iniziare a caricare le domande sul portale, da quel momento sono iniziati gli “inghippi”;
alcuni portali stanno funzionando solamente con un determinato Browser (Mozilla,Crhome, Explorer), documenti scaduti ed i clienti sono nell’impossibilità di produrli; la ministra Catalfo che toglie l’obbligatorietà dell’utilizzo del bollo, ma sui portali regionali non è così.  Il bollo risulta essere un dato necessario per presentare l’istanza.

Anche sulla procedura semplificata vorrei fare chiarezza. Dietro lo slogan “Basta un click” si nascondono tante insidie.
Gli artigiani, ad esempio, devono essere iscritti ad un determinato fondo, se non lo sono devo regolarizzare i 36 mesi pregressi.
Quando si fa’ la cassa – si intende sempre la cassa integrazione, ndrordinaria devi comunque contattare i sindacati.
In questo frangente sarebbero dovuti essere bypassati: il motivo è chiaro, non si possono fare incontri personali per le norme di sicurezza, i lavoratori non sono in loco; non capisco a cosa serva questo diktat. Di positivo c’è la non vincolatività della mancanza di accordo con gli stessi, anche se, alla fine, perdi sempre un paio di giorni di lavoro. 

Chi ha il pagamento diretto della cassa? Sarà praticamente impossibile rispettare il termine del 16 aprile. Per Marzo, noi consulenti, dobbiamo fare le buste paga. Da qui dovremo trasmettere le ore di CIGD all’Inps o agli enti che fanno il pagamento diretto. Io ho già provato a caricare alcune domande sul portale preposto, negli spazi riservati non ho trovato la voce dedicata al codice Iban, eccezion fatta per gli artigiani che hanno l’Iban preventivo. Come faranno ad accreditare lo stipendio senza di questo? Nella migliore delle ipotesi i soldi li vedranno a Maggio; magari, stando agli ultimi annunci del Governo, saranno i singoli lavoratori ad attivarsi con la propria banca, producendo delle autocertificazioni.

Poi, in questo momento, mi è capitato il c.d. “caso limite”. Ho un lavoratore che è stato assunto il 28 Febbraio. Il decreto tutela tutti i dipendenti che sono stati assunti entro il 23 Febbraio. Lui è escluso dalla cassa integrazione, ho il divieto di licenziarlo per i prossimi 60 giorni – sempre per le direttive del “Cura Italia”, ndr -, ed, in ultimo, non lo posso far lavorare. E’ un esodato, di fatto. E’ surreale.

In questo momento per me è rilassante stilare le buste paga, come mi sto accingendo a fare, di aziende con cento dipendenti. Lì almeno tutto segue il suo normale corso.

In ultimo vorrei fare una considerazione sulla nostra professione. Dalle prime uscite del Governo è emersa una non considerazione per la nostra figura da parte dell’Esecutivo. Alla fine, fortunatamente, siamo stati inseriti come “attività professionali”. Eppure il nostro ruolo, in questo momento, è cruciale. Basta pensare ai “730 precompilati” – una delle poche scadenze non procrastinate, ndr, chi manda i dati per farli?
Siamo noi a fornirli, e lo facciamo gratis. Anzi, ti dirò di più: se ne sbagliamo uno abbiamo anche una multa di cento euro.
In questo momento poi stiamo anche facendo da filtro, rispettando i dettami deontologici: la cassa la facciamo chiedere a chi davvero ne ha bisogno. Siamo diventati il “Pronto Soccorso” per i lavoratori“.

 

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