Dalla A alla Z, l’alfabeto bianconero: 2014, l’anno della Resurrezione

 

A come azionisti: probabilmente senza i tre azionisti della società, Faraotti, Tosti e Ciccoianni, patron Bellini non avrebbe mai acquistato l’Ascoli. Tre persone che, prima di essere facoltosi imprenditori locali, sono tifosi dell’Ascoli. A loro va un eterno ringraziamento.

B come Bellini: il Cavaliere italo-canadese ha ridato lustro ad una società storica e blasonata. Con umiltà e passione si è calato perfettamente nella realtà ascolana, facendo sognare un intero popolo. E con una persona come lui alla guida dell’Ascoli nessun traguardo è precluso.

C, come curva: la vera forza di questo Ascoli. Dopo anni di mortificazioni e umiliazioni subite, la Curva Sud Rozzi è tornata ai livelli passati. Grazie al lavoro della tifoseria organizzata, si è ricreata quella atmosfera che ricorda per certi versi quella dei “Diabolici”. Dagli 8.000 spettatori il 5 gennaio con il Frosinone, ai 1.000 di Reggio Emilia e Ferrara. Numeri impressionanti per una cittadina di appena 50.000 abitanti.

D, come Destro: arrivato ad Ascoli in punta di piedi, con dedizione e serietà ha saputo trarre il massimo dai giocatori che aveva a disposizione. Peccato che le strade tra lui e l’Ascoli si siano divise…

E, come Eco Services: il campo dove i bianconeri sono tornati ad allenarsi dopo 7 anni. Sicuramente la lontananza con la città è uno dei motivi che spinge la società a trovare altre soluzioni. Ma ormai l’Eco Services è diventata la seconda casa dell’Ascoli.

F, come febbraio: era il 6 febbraio quando una cordata con a capo Francesco Bellini rilevava il club bianconero. A far festa fuori dal Tribunale di Ascoli Piceno migliaia di ascolani. L’inizio di una nuova era.

G, come Ghirelli: nulla a che vedere con il presidente della Lega Pro Macalli. Ha cercato di imporsi con intransigenza al famigerato “spezzatino”, ma i piani alti hanno avuto la meglio. Si è fatto da parte dopo pochi mesi.

H, happy new year: il 2014 è stato l’anno della rinascita. La speranza è che il 2015 sia l’anno della consacrazione. Infondo la storia e i numeri parlano chiaro: l’Ascoli con la Lega Pro non c’entra nulla. Ma i campionati si vincono sul campo, la carta non ha valenza.

I, come impressionante: il ruolino di marcia avuto dalla squadra di mister Petrone in questo girone di andata è stato qualcosa di straordinario. Nessuno probabilmente si aspettava ad inizio stagione un Ascoli al primo posto in classifica con due punti di distacco sulla seconda.

L, come Lovato: ma una persona che ha sempre svolto la professione di giornalista sarà valido come direttore generale? E’ questa la domanda che si erano posti molti tifosi al suo arrivo. Ha saputo riorganizzare in pochi mesi l’assetto societario e nel mercato estivo ha allestito una rosa oltre ogni aspettativa senza spendere cifre folli. Impossibile chiedergli di più.

M, come Marisa: quelle parole pronunciate dalla moglie del presidente il 6 febbraio “sogniamo insieme” sono diventate ormai uno slogan per i tifosi bianconeri. La sua figura rispecchia l’umanità e la trasparenza di una delle poche società sane in questo calcio malato.

N, come normalità: bastava poco per far tornare gli ascolani allo stadio. Bastava garantire l’ordinaria normalità: una società che paga gli stipendi, che non ha problemi con la giustizia, che paga i fornitori e una squadra che onora la maglia. Bentornata normalità.

O, come oggi: oggi, 31 dicembre 2014, si chiude un anno particolare della storia dell’Ascoli. L’anno della Rinascita, della Resurrezione. Chi aspetta il tramonto dell’Ascoli, non vedrà mai la sera!

P, come Petrone: il suo arrivo non era stato accolto favorevolmente da tutta la piazza che magari si aspettava un nome più blasonato. Il trainer napoletano si è subito fatto apprezzare con il suo carattere sanguigno e carismatico. I risultati, poi, hanno fatto il resto.

Q, come quiete: sembra ieri quando ogni giorno bisognava fare i conti con problemi economici di vario genere. Tra penalizzazioni, calcioscommesse, stipendi non pagati, fideiussioni non presentate, pensare al calcio giocato era veramente difficile. La quiete dopo la (lunga) tempesta.

R, come Rozzi. Il 18 dicembre è ricorso il ventesimo anniversario della morte del Presidentissimo. I tifosi lo hanno ricordato con una spettacolare coreografia in occasione della gara casalinga contro il Santarcangelo. Un uomo unico, inimitabile, insostituibile.

S, stadio: una questione di cui si parla spesso, senza però concepire l’importanza del problema. Il presidente Bellini aspetta che il sindaco Castelli mantenga le promesse fatte in campagna elettorale. Intanto a maggio scadrà l’agibilità….

T, come Tripoli: se ne era andato la scorsa estate dopo un mancato accordo con la società di Corso Vittorio Emanuele. Ma in realtà ad Ascoli aveva lasciato una parte del suo cuore. Ora è tornato, pronto a vivere una stagione da protagonista.

U, come unione: sin dal primo giorno di ritiro si è creata la giusta simbiosi tra calciatori, società e tifoseria. Una coesione rafforzata ulteriormente dalle prestazioni della squadra. Uno spogliatoio sano come non lo si vedeva da anni.

V, come vittoria: Ascoli ha fame di vittoria. Dopo anni passati a lottare fino all’ultimo secondo dell’ultima partita per una misera permanenza nel campionato di competenza, il Picchio vuole tornare a recitare un ruolo importante nei palcoscenici del calcio che contano.

Z, come zizzania: c’è sempre quella minoranza in città che cerca di mettere il bastone tra le ruote alla società e alla tifoseria. Ma raramente trova terreno fertile. “Travolgeremo senza indugio chiunque si metterà di traverso sul cammino dell’Ascoli Calcio”, recitava uno striscione esposto in Curva Sud lo scorso campionato.

 

 

Andrea Ferretti

 

 

 

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