Demolito il Silver Moon, i ricordi di Graziano Marozzi

Nel 1982 il locale di via Roma, a Martinsicuro, ospitò la Nazionale di calcio italiana, reduce dal trionfo ai mondiali di Spagna. Nei giorni scorsi l’ex discoteca è stata demolita: al suo posto verrà realizzato un supermercato (la foto di copertina è stata scaricata dalla pagina Facebook  del Silver Moon)

MARTINSICURO – La notizia della demolizione dello stabile che ospitava il Silver Moon a Martinsicuro, discoteca che ha animato i weekend di giovani e meno giovani negli anni ’80 e ’90, ha risvegliato i ricordi e nostalgia di un locale che ha fatto la storia del territorio.

La discoteca, unica nella zona per il suo genere, era meta di tanti ragazzi e adulti che venivano da Marche e Abruzzo ma anche da regioni limitrofe.


A lato dell’ingresso principale del Silver Moon, i resti

Graziano Marozzi, con suo padre fu fondatore e proprietario dello storico locale. Oggi è amministratore e socio di Radio R9.

Come nacque il marchio Silver Moon?
“Fu un’idea di mio padre – racconta Marozzi -. Avevamo una radio, Radio Charlie, e facevamo il pienone in diverse serate nei locali della Riviera, quindi a mio padre venne in mente di aprire un locale tutto nostro. Era il 1979 quando cominciammo, dopo un anno di lavori per la costruzione, e inizialmente aveva solo due sale, aggiungemmo la terza in seguito. Eravamo dei precursori. Nell’84 comprammo il primo laser di quel tipo in Italia per la cifra di 600milioni di lire. Facevamo due pullman per gli hotel in estate da Grottammare a Giulianova per andare a prendere i turisti. Incassavamo 3miliardi l’anno”.

Chi erano i frequentatori del locale?
“Chiunque. Giovani, adulti, facevamo 3700 ingressi il sabato sera e altrettanti la domenica pomeriggio. Alcuni facevano tutta la notte del sabato per tornare alle 15 della domenica pomeriggio. Penso che abbiamo fatto innamorare un’infinità di coppie tra Marche e Abruzzo”.

Qualche personaggio famoso?
“Ne venivano tanti. Oltre a quelli che chiamavamo noi per le serate, si presentavano comunque i vip che venivano in zona per qualche spettacolo o in vacanza. Ricordo Beppe Grillo e Gianfranco D’Angelo, comici che allora andavano per la maggiore, ma anche la Nazionale di calcio italiana subito dopo i Mondiali dell’82 e tanti altri. Spesso non ce ne accorgevamo neanche, poi la gente iniziava a riconoscerli e allora capivamo”.

Era un luogo pulito, sicuro?
“Dovevamo stare sempre attenti ma abbiamo cercato sempre di guardare alla sicurezza. Avevamo buttafuori qualificati, che venivano da Rimini, da Riccione. Uno di questi faceva la guardia del corpo a Madonna quando la cantante veniva in Italia. Con un locale così e con tanta utenza occorreva tenere sempre gli occhi aperti”.

Perché l’avventura è finita?
“I problemi erano di ordine politico. Quando abbiamo aperto amministrava la Democrazia Cristiana, ma poi dal 1995, con l’avvento di un’amministrazione di sinistra abbiamo iniziato ad avere problemi. Non ci volevano e hanno iniziato a fare ordinanze di chiusura anticipata, multe e rimozioni alle auto parcheggiate, si lamentavano del troppo movimento in via Roma. Nel 2000 stanchi della situazione abbiamo dato in gestione il locale ai proprietari del Verbena ma qualcosa non è andato per il verso giusto e abbiamo venduto lo stabile ai proprietari del Globo calzature. Qui è finita l’avventura. Ora so che apriranno un grande Conad. Io non ho rimpianti, mi restano bellissimi ricordi”.

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