Discover Sibillini: “Occorre una educazione alla montagna. Vicini alle comunità locali”

CUPRA M. – Abbiamo avuto modo di intervistare Lorenzo Mattiacci, fondatore ed ideatore dell’associazione “Discover Sibillini”. Una realtà che ha sposato in toto la montagna e la sua gente, cercando di essere veicolo e promotore per attività che possano mostrarne e diffonderne la bellezza. Una lunga chiacchiarata, primo sentore di un amore spassionato per quello che ha assunto vieppiù i tratti di una missione. Con uno sguardo rivolto anche al futuro, sia prossimo che lontano.

Parlaci di te

“Io sono per metà di Cupra e per metà di Amandola. Vivo metà dell’anno in Italia – a Cupra, dove si prende cura della madre ottantenne, ndr -, per l’altra metà vivo in Lituania. Nella capitale lituana ci lavoro, ci sono finito perché qui non ho trovato lavoro, ed appena terminato il periodo di stage del bando “Leonardo”  ho avuto una proposta d’assunzione a stretto giro. In ancor meno ho trovato un contratto indeterminato… Ma il mio lato amandolese mi ha portato ad amare la montagna. Una passione mai sopita, che quando sono “in trasferta” si palesa, non avendo catene montuose nel piccolo Paese Baltico.”

Discover Sibillini, come nasce? Qual è la sua missione?

“Se in questa chiacchierata che stiamo facendo percepisci una passione, sappi che è almeno il doppio. Io, come ho detto, ho sempre amato la montagna. Nel gennaio 2019 ho deciso di canalizzare la mia passione in questo progetto, che si continua a portare avanti a livello di volontariato con altre tre persone. In poco tempo – un anno e mezzo, ndr – abbiamo iniziato a prendere il volo come visibilità e followers sui vari social. Ma questo è un progetto che è partito dal basso, ci tengo sempre a rimarcarlo. In che senso? Siamo partiti da una passione condivisa, non dai vari bandi che vendiamo pubblicati. Anche le attività che facciamo ci permettono di recuperare in parte i costi che dobbiamo sostenere. Io, quando mi trovo in montagna per una passeggiata, non posso che restare estasiato dalla bellezza. Sono una persona che cerca sempre di accogliere e valorizzare le varie proposte che ci arrivano dai Comuni o dalle comunità sparse nell’Appennino. Sabato prossimo, ad esempio, abbiamo organizzato un raduno – sempre rispettando le limitazioni imposte, sia come adesioni che come dispositivi di protezione – con “Arquata Potest“. Loro sono grandiosi. Hanno fatto e stanno facendo un lavoro incredibile sul recupero dei sentieri. Recentemente abbiamo anche organizzato una «zoomata» con loro sulla storia che li lega alcuni sentieri recuperati. Ma questo è solo uno degli esempi che abbiamo, tutti distribuiti in questo versante appenninico marchigiano.  La “Monte Vector” ha una posizione simile alla nostra. Loro, ad esempio, comperano solamente prodotti «made in Arquata», aiutando chi resta qui e facendo sistema. Tutte queste realtà sono sulla nostra lunghezza d’onda. Da qui a tot anni mi vedo a veicolare la bellezza dei nostri monti nel mondo. Siamo un pullulare di idee, avendo sempre chiaro il rispetto per questi posti.

Rispetto per i posti, pullulare di idee, turismo, proviamo a sviluppare questo filone. Cosa puoi dirci a riguardo?

“Come dicevo abbiamo organizzato un raduno, ma ne abbiamo altri in programma. Da qui al 7 agosto ne faremo altri – tre, ndr -. Tutto sarà impostato come una passeggiata in sentieri poco conosciuti, ma che conducono a posti intrisi di storia. Per questo abbiamo contattato delle guide che ci condurranno lungo il percorso ed abbiamo reclutato dei cantastorie che sviscereranno gli aneddoti connessi alla meta, nell’avvicinarsi alla stessa. Il tutto è fatto con un’idea chiara: la consapevolezza di quello che si sta vedendo e visitando. Proprio questa consapevolezza sta mancando in questo momento. A cosa mi riferisco? Al turismo massiccio che stiamo vedendo. Questa mattina – ieri, ndrmi hanno mandato una foto: c’era un gruppo di una trentina persone sul Vettore per l’alba. Mai successo a quell’ora! Mi giungono notizie di una presenza rilevante anche sulla Sibilla, sul lago di Pilato… Tanti, troppi, si stanno riversando sulle nostre cime. Spesso si tratta anche di persone che si trovano alla prima esperienza e che si cimentano in imprese al di sopra delle proprie possibilità. Si sopravvalutano. Questo però porta dei rischi. Lo vediamo anche dal numero di volte in cui Icaro si deve alzare in volo… Mi piacerebbe sviluppare l’aspetto dell’educazione in ed alla montagna, è diventata una priorità. Abbiamo pensato anche di realizzare dei biglietti da visita con un QR code, questo condurrà l’utente direttamente alla Carta del Parco. Questo strumento è essenziale – permette di conoscere lo stato dei vari sentieri nel territorio del Parco, ndr -, tutto il lavoro che precede l’escursione non è secondario. In montagna non c’è spazio per l’improvvisazione, possono sempre esserci dei pericoli per sé o per gli altri.”

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