Ecoinnova: “Presenti zone di degrado, ma Ascoli è matura”

ASCOLI PICENO – Ciclicamente vediamo foto sui social di discariche improvvisate, segnalando così delle zone di degrado nel territorio comunale. Oggi abbiamo raggiunto De Angelis, amministratore della Ecoinnova. Gli abbiamo chiesto lumi circa questo fenomeno presente.

Spesso la questione è valutata in base al punto di vista assunto. Ascoli ha una estensione del territorio comunale che copre circa 200 kilometri quadrati, non è poco. Queste dimensioni permettono di avere sempre delle zone che sono scarsamente controllate (come le campagne o le periferie), seppur siano presenti delle fototrappole in alcune di queste. Ma la verità è che questi «punti di stoccaggio» spesso non sono creati dai cittadini direttamente. Sono delle aziende che, per non farsi carico dello smaltimento, preferiscono abbandonare dei rifiuti speciali per strada.

Com’è altrettanto vero che queste «discariche» sono spesso causate da cittadini che, per svuotare i fondaci, le cantine o, semplicemente, per sbarazzarsi di oggetti o mobili vecchi, chiamano delle persone che per una cifra esigua tolgono loro l’ingombro. Questi, dopo aver preso il ferro –  è vendibile poichè riutilizzabile ed ha mercato -, lasciano questi rifiuti speciali nei primi posti che trovano. Sappiamo anche che, talvolta, vi sono dei cittadini proventienti da Comuni limitrofi che «sconfinano» per liberarsi anche loro di ciarpame vario.”

Rinvenuto un rifiuto speciale o un sacco di rifiuti fuori dai punti di raccolta, cosa accade?

Se abbiamo la fototrappola la Polizia Municipale provvederà ad indentificare il soggetto e multarlo“. Qualora non vi sia? “Andiamo all’analisi – sempre svolta dalla Polizia Municipale – del contenuto del sacco, alla ricerca di un qualsiasi documento che possa svelarci l’identità del trasgessore. Questa procedura può portarci via qualche ora come qualche giorno. Senza dimenticare che finchè parliamo di un sacco di rifiuti generici è un conto, quando ci troviamo davanti delle discariche abusive il piano diventa penale, con tutto quello che comporta.

Chiariti questi aspetti – vi sono delle zone che ciclicamente tornano a pullularsi di rifiuti, come quella nei pressi dello stadio -, vorrei tornare a dire che Ascoli è una città di cinquantamila abitanti: se il novantanove per cento è corretto, avere l’un per cento che sgarra significa aver davanti cinquecento persone che non seguono le regole civili; ma è pur vero che i suoi abitanti si sono dimostrati estremamente maturi, raggiungendo il settanta per cento di adesione alla raccolta differenziata. Non è un risultato che può passare così in sordina, basti pensare che siamo stati l’ultima Provincia a partire con questo progetto; e non era facile, vista la diversificazione tra aziende o privati presenti.
Sicuramente noi, come società, dovremo migliorare nei controlli. Io sono fermamente convinto che si possa sempre fare di meglio, ma potrei anche dire che era molto facile allargare le maglie in un periodo di emergenza come quella che abbiamo vissuto. Questo non è accaduto.

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

A Monticelli partono i centri estivi in Parrocchia

Articolo Successivo

Acquasanta punta su terme e turismo per ripartire