Effrazione all’ex scuola Borgo Trevisani, il racconto delle realtà coinvolte


SAN BENEDETTO DEL TRONTO − Il fatto risalirebbe a Giovedì o Venerdì notte, questo almeno stando alle ricostruzioni che abbiamo avuto. Il presidente del comitato di quartiere, Roberto Angelini, ci riferisce di esserne stato informato Sabato mattina. Quel plesso ospita molte realtà, tutte estremamente affiatate tra di loro, ma scosse da questo recente fatto. Gli stessi interlocutori ci riferiscono di essere sempre preoccupati per la situazione di degrado che ha presso i connotati di abitudinarietà, molto più di questo, sicuramente estremamente grave, episodio.

«Quando ho ricevuto la chiamata non ero in zona. Ho avuto modo di constatare poi la dinamica.» Riferisce Angelini. «In quel plesso comunale ci sono moltissime realtà che godono di quel bene immobiliare e svolgono lì la propria attività o opera. Siamo un gruppo molto coeso, e siamo profondamente scossi da quest’ultimo episodio d’effrazione. Gli autori hanno forzato la porta esterna della Ludoteca e da lì hanno forzato la quella divisoria che collega i vari locali. Da noi non hanno trovato nulla di valore. Di fatto abbiamo solamente risme di carta e penne. Forse l’unica cosa che avrebbe avuto un certo valore economico era un transpallet. Non prima di Lunedì prossimo sporgerò denuncia verso ignoti. La cosa che continua a preoccuparci è il degrado persistente. Dalla vicina Caritas spesso vediamo un flusso di persone che puntualmente viene a bivaccare davanti alla porta della nostra sede. Spesso vediamo anche i “ricordi” di questi pernottamenti con indumenti sparsi o rimasugli di cibo. Non sono mancate segnalazioni per questo fenomeno. La mia convinzione è che chi ha compiuto questa effrazione non sia uno dei “campeggiatori”. Perché dovrebbe danneggiare un luogo “sicuro” col rischio di vedersi cacciato?»

«E’ un fatto − dichiara Domenico Piunti, presidente di ASD Atletica Avis − che sicuramente ci ha scosso. Il lock down ci ha anche tolto la possibilità di ripopolare quei luoghi, ora arriva anche la beffa. Noi non abbiamo avuto danni significativi nella nostra stanza, se non per delle sedie o altri elementi d’arredo. Si, hanno sfondato la porta della Ludoteca e da lì sono entrati. Io è da molto tempo che segnalo (insieme alle altre associazioni ed il comitato) questa situazione di degrado. La percezione che si ha è di abbandono. Ritengo che la situazione alla Caritas ed alla amministrazione comunale sia sfuggita di mano. C’è questo bivacco continuo, serale ed incontrollato. Per tanti anni ho indossato una divisa e so cosa significa. Io credo che in questo momento stiano mancando i controlli in questa zona cittadina. Sotto lock down sembrava che ci fossero − estremizzo per render chiaro il concetto − anche i guardiacaccia a controllare la popolazione, ora riscontriamo una certa assenza. E gli atti vandalici, di microcriminalità varia, iniziano a ripetersi con una preoccupante costanza. Per l’effrazione: domani depositerò al denuncia.»

«Abbiamo contattato il fabbro, da una prima stima (provvisoria) possiamo dire che per quanto riguarda gli infissi siamo sul migliaio di euro. Noi siamo una piccola associazione − dice Antonio Paoletti, presidente della sezione ARI (Associazione Radioamatori Italiani) in Riviera − che conta una trentina di iscritti. Io ho quarantun anni e non sono preoccupato tanto per me, quanto per i miei soci che sono mediamente oltre cinquant’anni, con tanti che hanno passato gli ottant’anni… Finalmente dopo tanti anni di battaglie abbiamo trovato una sede, e di questo va fatto un plauso all’amministrazione comunale, ma stanno mancando i controlli. Qui è un continuo bivaccare, con una situazione che è ormai, in maniera conclamata, fuori controllo. Io ho già presentato un esposto ed una denuncia, sia contro il degrado che contro quest’ultimo fatto increscioso. Gli autori, per entrare nel plesso, hanno sfondato una porta degli anni settanta, rinforzata, ma pur sempre datata. La nostra − ovvero quella che collega l’esterno con la loro sede, ndr − è moderna. Non hanno nemmeno provato a toccarla. In tutta franchezza non ho ancora fatto l’inventario dei vari cavi che potrebbero mancare. Lo farò nei prossimi giorni con maggior accuratezza. Non so se non li hanno presi per ignoranza (del valore economico) o perché non interessati. Noi viviamo e portiamo avanti l’associazione con la quota che paghiamo alla sede nazionale, che ci gira un piccolo storno. In cassa non abbiamo molto. Questo fatto davvero non ci voleva. Quel piccolo fondo cassa ci occorreva per delle iniziative organizzate nel sociale (abbiamo un bellissimo sodalizio con gli scout), vi abbiamo sempre partecipato.»

 

Alcune foto del degrado presente a ridosso dell’ex scuola

 

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