Ex Cinema delle Palme, monumento al declino postindustriale

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ex Cinema delle Palme, come finirà? Lo stabile di via Gramsci vive nell’abbandono e nell’incuria, le scritte sui muri sono tornate come prima e più di prima. Chi arriva dalla stazione ferroviaria si imbatte nell’opera rappresentativa del declino della civiltà postindustriale. L’immobile è di proprietà di Patrimonio Dlf Srl, il Comune ha o non ha voce in capitolo? Il referente sambenedettese di Dlf Srl, il signor Petrini, ha avuto contatti con l’amministrazione comunale.

“Il referente di Patrimonio Dlf Srl – spiega il sindaco Pasqualino Piunti – ci ha promesso di ripulire dalle scritte le mura esterne dell’ex cinema, ma siamo consapevoli che i writers torneranno a imbrattare le pareti”.

Cosa può fare il Comune per rendere via Gramsci meno brutta? “Le ferrovie – chiarisce il sindaco – devono iniziare a realizzare il nuovo muro che separa il marciapiede dalla zona del rilevato ferroviario. Una volta completato l’intervento, il Comune farà il nuovo marciapiede. Ora non è consigliabile procedere con la pavimentazione perché il cantiere per il muro la danneggerebbe”.

Altro? “In tutta via Gramsci – assicura Piunti –  verrà istallato un nuovo impianto di illuminazione con i corpi a led, a spese della Cpl Concordia, che proseguirà fino a via Ugo Bassi”.
Nuovo asfalto in via Gramsci? “Per ora non è previsto”, taglia corto il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Andrea Assenti.

Perché l’ex Cinema delle Palme si trova in quelle condizioni? Nel 2012 la Dlf Srl aveva presentato al Comune un progetto che prevedeva appartamenti e negozi: l’edificio andava abbattuto per ricostruirne uno nuovo. L’elaborato fu approvato dalla giunta, ma poi intervenne la Soprintendenza alle belle arti che mise il vincolo sul Delle Palme perché presentava caratteri in stile “razionalista”. In pratica,  non si poteva demolire l’ala sud. Da quel momento iniziarono i problemi.

Ci sono imprese di costruzione interessate ad acquistarlo e ricavarci appartamenti e negozi? Si fece avanti una società per comprare l’edificio. A seguito delle prescrizioni della Soprintendenza il progetto fu ridimensionato: per arrivare all’ok delle belle arti passarono un paio di anni. Con il trascorrere del tempo in Riviera si era acuita la crisi economica. Ma il progetto corretto  aveva perso parte delle potenzialità commerciali. E la società interessata a comprare l’immobile si ritirò.

Il progetto, che prevedeva appartamenti e negozi e l’aumento dei volumi, fu disegnato e successivamente rettificato dall’architetto Nicola Piattoni. “Al momento – le parole di Piattoni – è tutto bloccato e non ci sono imprenditori interessati. La crisi economica ha colpito soprattutto l’edilizia. Se non si fosse perso tutto questo tempo le cose sarebbero andate in un altro modo”.

Com’è l’ultimo progetto? quello approvato dalla Soprintendenza. Il disegno modificato prevede la demolizione e ricostruzione del corpo nord dell’immobile, originario contenitore delle sale di proiezione, che viene dotato di un piano interrato a garage. Ci sono poi tre piani fuori terra e un attico di dimensioni ridotte rispetto al livello sottostante. Il piano terra di tale corpo di fabbrica contiene, oltre a due negozi sul fronte di via Gramsci, anche una piccola sala polivalente cinematografica di 130 posti da  cedere al Comune. Il piano interrato può contenere 17 posti auto, uno per ogni appartamento. Al piano primo e secondo, destinati a residenza, si prevedono sette appartamenti cadauno e tre al piano attico. Secondo le prescrizioni della Soprintendenza i balconi non possono sporgere dal manufatto. Perciò vanno incassati.

Divieto assoluto di modificare il corpo sud (ultima foto) perché presenta, con maggiore evidenza, i caratteri in stile “razionalista” da preservare. Solo restauro conservativo: lo ha detto la Soprintendenza.

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