Export Marche; +39,9% in primi 3 mesi 2022, quasi 4 miliardi di euro

Cresce del 39,9% l’export delle Marche nel primo trimestre 2022, per un valore di quasi 4 miliardi di euro, pari a 3.986,2 milioni di euro, in aumento anche rispetto al pre-pandemia.

Tutte le province marchigiane in positivo: Ascoli Piceno 1.164,7 milioni di euro (+117,8%); Macerata (497 milioni di euro; +29,7%); Fermo (285,4 milioni di euro; +22,2%); Ancona 1.178,5 milioni di euro (+20,8%), Pesaro-Urbino 860,6 milioni di euro (+19,2%).

Emerge dai dati Istat diffusi da Regione Marche e Camera Marche. Fra i settori spicca il risultato degli articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (934,1 milioni di euro; +186,4% rispetto a gennaio-marzo 2021). Senza tale comparto la crescita regionale pur restando marcata (+21%), in quanto diffusa a tutti i comparti, risulterebbe praticamente dimezzata.
Il segno positivo si riscontra in quasi tutte le aree geografiche, a partire dall’Europa (2.984 milioni di euro; +45,1% annuo); -29% invece verso l’Ucraina e -8% verso la Russia. Asia orientale (+86,8%); America settentrionale (+23,2%); America centro-meridionale (+23,6%), Asia centrale (+6%) e l’Africa (+15,3%). Segno meno per il Medio Oriente (-13,4%) e Oceania e altri territori (-27,9%). “Ci aspettano tempi ancora difficili, ma siamo sicuri che la ripartenza in tutto il sistema fieristico sosterrà investimenti e sforzi delle imprese”, commenta il vice presidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Mirco Carloni. “Il forte incremento delle esportazioni marchigiane di questo primo quarto dell’anno – dice il presidente di Camera Marche Gino Sabatini – si lega certo alla crescita notevolissima che si rileva per gli articoli farmaceutici. Esprimiamo soddisfazione per la crescita del calzaturiero e pelletteria”.
Il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, parla di “risultato molto positivo per le Marche perché crescono le esportazioni di tutti i principali settori di specializzazione”; ma “il consistente incremento in termini di valore delle esportazioni regionali, potrebbe riflettere in parte anche l’incremento dei prezzi”.

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